Roma – Nel primo trimestre del 2023 la spesa delle famiglie italiane per carni e salumi è aumentata, rispettivamente, del 9,3% e del 4,6%. I dati dell’incremento, pubblicati da Ismea nell’ultimo report sui Consumi alimentari, si inseriscono in una situazione generalizzata di aumento di tutti i comparti food, con una netta crescita per le uova (+19,8%), latte e derivati (+17,9%) e derivati dei cereali (+12,7%).
Per quanto riguarda le carni fresche, all’incremento di spesa del 9,3% è corrisposta solo una lieve diminuzione delle quantità complessive acquistate, ma le dinamiche delle tipologie sono differenti: per le carni avicole tornano a salire i volumi acquistati (+10%, per un incremento della spesa del 20%), le carni suine e quelle bovine pagano lo scotto dello spostamento verso tagli e aree merceologiche più economiche o ritenute più ‘salubri’, per queste i volumi sono in flessione rispettivamente del 7,7% e del 6%.
Per i salumi la spesa del primo trimestre 2023 ha segnato una crescita del 4,6% supportata da prezzi in aumento su tutti i prodotti, ma in parte calmierata da scelte dei consumatori che hanno privilegiato i prodotti meno cari. In particolare, Ismea evidenzia una flessione del 10% degli acquisti dei pre-affettati confezionati e un ritorno degli acquisti dei salumi al banco servito (+3% a volume) dove c’è una maggior gamma di offerte e i prezzi unitari sono più contenuti. Tra i salumi venduti al banco, spicca l’incremento a volume di mortadella (+9%), speck (+2%) bresaola (+3%) e salame (+2%). Calano, invece, le vendite del cotto (in volume, -1% al banco e -7% per il confezionato). Il prosciutto crudo perde il 10% dei volumi nella versione confezionata e guadagna l’1% in quella dello sfuso.