Mercosur: il trattato che divide l’Europa convitato di pietra al G20 di Rio

2024-11-19T09:36:31+02:0019 Novembre 2024 - 09:36|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , |

Rio de Janeiro (Brasile) – Il trattato di libero scambio con il Mercosur, il mercato comune del Sudamerica (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Venezuela e Bolivia), si incaglia sul no di Francia e Italia. Nella cornice del G20 di Rio (17-19 novembre), il presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, si troverebbe infatti impossibilitata a chiudere l’intesa a fronte del no secco della Francia e quello (più indeciso) dell’Italia. Germania e Spagna, dal canto loro, appoggiano il trattato, che eliminerebbe la maggior parte dei dazi al commercio oggi in vigore, favorendo export e import in molti settori.

La maggiore preoccupazione degli agricoltori francesi – che in queste ore sono tornati a protestare in piazza – sarebbe la concorrenza sleale dei prodotti provenienti dal Sudamerica, soggetti a diversi requisiti ambientali e sanitari. Lo stesso commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski avrebbe ammesso che, da quando l’intesa è stata negoziata nell’ormai lontano 2019, è cambiata la condizione degli agricoltori europei, gravati dalla guerra russo-ucraina e dal cambiamento climatico.

In Italia, continuano a dichiararsi contrario il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, secondo cui “per come è impostato il trattato Ue-Mercosur non è condivisibile, perché non tutela le imprese Ue”, e il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (leggi qui). Sarebbe invece favorevole il ministro degli Esteri Tajani. Come evidenzia Il Post, l’Ue sarebbe interessata soprattutto a promuovere l’export di automobili, abbigliamento e vino, ma anche macchinari e prodotti chimico-farmaceutici, “su cui al momento sono imposti dazi che in alcuni casi superano il 15 per cento”, scrive il quotidiano.

I Paesi del Mercosur vorrebbero invece aumentare le esportazioni di prodotti alimentari: “Nelle categorie interessate rientrano però anche la carne bovina, il pollame e lo zucchero, cosa che preoccupa particolarmente gli agricoltori e gli allevatori francesi”, scrive Il Post. “Gli allevatori sostengono infatti che soprattutto nel settore della carne i paesi del Mercosur farebbero concorrenza sleale, dato che si possono permettere di produrla a prezzi più bassi non essendo vincolati ai rigidi standard sanitari e ambientali dell’Unione e potendo pagare meno i loro dipendenti”.

 

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