Dazi vino, Confagricoltura Veneto: “Dal Prosecco all’Amarone bloccati gli ordini americani”

2025-03-26T16:34:56+02:0026 Marzo 2025 - 16:34|Categorie: Vini|Tag: , , , , , , |

Venezia – Lodovico Giustiniani (foto), presidente di Confagricoltura Veneto e consigliere del Consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg, lancia l’allarme: “L’associazione degli importatori americani ha suggerito, finché non ci sarà chiarezza sulla norma che entrerà in vigore, di non imbarcare il prodotto. Dal Prosecco al Valpolicella, passando per il Pinot Grigio, gli ordini sono fermi e grande è la preoccupazione dei produttori veneti, che è destinata a salire nei prossimi giorni, in attesa che il 2 aprile il presidente americano confermi o meno l’annuncio”. Il riferimento va agli ipotetici dazi del 200% su vini e liquori europei annunciati da Donald Trump (leggi qui).

I tre consorzi di tutela del Prosecco, spiega ancora Giustiniani, hanno scritto al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida chiedendo un suo intervento per sbloccare la situazione. “Se al settore vitivinicolo veneto venisse a mancare il mercato Usa – afferma ancora – il rischio sarebbe quello di una pesante contrazione del valore, con ripercussioni per tutte le aziende”. Oltre al Prosecco, che negli Stati Uniti esporta nelle tre denominazioni oltre 150 milioni di bottiglie, a temere per il futuro sono anche i vini della Valpolicella, Amarone in testa, con un giro d’affari di 600 milioni di euro l’anno, di cui l’11% di export negli Usa.

Secondo Piergiovanni Ferrarese, membro di giunta di Confagricoltura Verona e presidente nazionale della sezione vino dei Giovani di Confagricoltura, si vocifera che i dazi al 200% “andrebbero a colpire soprattutto la fascia dei prodotti entry level, cioè Valpolicella Classico e Superiore, e in secondo ordine il Ripasso. L’Amarone, essendo destinato a un consumatore di fascia alta, avrà probabilmente meno ripercussioni. Il problema è che gli importatori eseguono ordini misti, componendo bancali con vini di ogni tipologia e fascia. Perciò, al momento, è tutto fermo”. E aggiunge: “In questa situazione di stallo, le cantine non possono fare molto, se non dialogare e tenersi pronti a qualsiasi evenienza. Quel che è certo è che, terminate le feste pasquali, i magazzini americani saranno vuoti”.

 

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