In Giappone la frutta in vendita ha prezzi diversi dall’Italia e dell’Europa. E i consumi seguono un altro ritmo

2025-07-11T11:41:57+02:0014 Luglio 2025 - 08:30|Categorie: Il Graffio, in evidenza|Tag: , |

Di Luigi Rubinelli

La frutta in Giappone è costosa a causa di una combinazione di fattori che includono la limitata disponibilità di spazio per l’agricoltura, l’elevata qualità e cura nella produzione, e il fatto che viene spesso considerata un bene di lusso e status symbol.

Entriamo nello specifico:

  • Mancanza di spazio per le coltivazioni

Il Giappone è un paese montuoso e l’80% della sua superficie è occupata da montagne, il che lascia poco spazio per l’agricoltura.

  • Produzione di alta qualità

I frutti giapponesi sono noti per la loro qualità eccezionale, spesso ottenuta attraverso tecniche di coltivazione intensive e cura meticolosa della pianta, che richiedono tempo, manodopera e risorse.

  • Cultura del regalo

La frutta, soprattutto quella di alta qualità, è spesso regalata come segno di apprezzamento o rispetto in occasioni speciali, contribuendo a mantenerne alto il valore percepito. A volte i giapponesi scelgono di regalare la frutta anziché i fiori, ma ben presentati con un pack formale e determinante.

  • Status symbol

In Giappone, la frutta di qualità può essere vista come un simbolo di status e può essere offerta come dono costoso in occasioni importanti.

Prodotti di status

Il frutto più costoso al mondo è il melone Yubari King, una varietà giapponese, spesso venduta all’asta a cifre elevate. Questo melone, rinomato per il suo sapore dolce e la sua forma perfetta, è considerato uno status symbol in Giappone, può arrivare a costare tra i 2,5 e i 5 milioni di Yen (5 milioni di Yen corrispondono a poco meno di 30mila euro) per coppia.

Oltre al melone Yubari King, altri frutti che possono raggiungere prezzi molto alti includono:

  • Angurie Densuke

Un’altra varietà giapponese, le angurie Densuke sono conosciute per la loro buccia nera e il sapore dolce, possono costare fino a 5.500 euro.

  • Uva Ruby Roman

Un’uva rossa coltivata in Giappone, ogni acino è molto grande e dal peso notevole. Costa fino a 10.000 euro al grappolo.

  • Mango Taiyo no Tamago

Un tipo di mango giapponese, noto per il suo sapore dolce e la sua polpa succosa. Può costare da 50 a 25 euro al pezzo.

  • Fragole Sembikiya

Fragole di alta qualità, coltivate in Giappone, vendute in confezioni di lusso.

La rarità, le tecniche di coltivazione particolari e il prestigio associato a questi frutti contribuiscono ai loro prezzi elevati. Ogni scatola di 12 fragole può costare 85 dollari.

 

 

In genere la frutta non viene venduta al kilo, ma a frutto (tanto hanno tutti la stessa dimensione e lo stesso peso) che viene incartato e impacchettato come si farebbe con dei cioccolatini. Di fatto la frutta giapponese è un bene di lusso, una specie di status symbol. Quando siete invitati a cena in Italia regaliamo una bottiglia di vino, mentre i giapponesi si presentano con un cestino di frutta ben composto. Alcune volte è facile trovarla anche scorrendo le voci delle liste di nozze.

Le statistiche dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – i dati più recenti disponibili – mostrano che in media, il consumo di frutta pro-capite in Giappone è di 144,8 grammi al giorno, questo pone il Giappone al 135° posto. La fornitura di frutta per persona in Giappone è circa la metà di quella degli Stati Uniti.

Un’indagine del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare ha rilevato che il consumo medio pro capite di frutta in Giappone ha raggiunto il picco di 193,5 grammi al giorno nel 1975. Da allora, la cifra è in calo e negli ultimi 20 anni si è aggirata intorno a 100 a 120 grammi.

  • Cura nella coltivazione

Molti frutticoltori giapponesi dedicano molta attenzione alla cura delle piante, avvolgendo i frutti singolarmente per proteggerli e assicurando che raggiungano la maturazione perfetta, con un’attenzione particolare al grado zuccherino.

  • Varietà pregiate

Alcune varietà di frutta, come il melone Yubari King, sono considerate estremamente pregiate e possono raggiungere prezzi molto elevati.

In sintesi, la combinazione di fattori come la scarsità di spazio, l’impegno per la qualità e la cultura del dono contribuiscono a rendere la frutta in Giappone un bene di lusso con prezzi elevati.

La forma, il gusto e il colore della frutta devono essere perfetti per essere venduti nei supermercati e soddisfare la clientela giapponese.

Per lo più, infatti, la frutta viene ancora considerata un bene di lusso da regalare durante ricorrenze speciali come l’Ochūgen e l’Oseibo, i periodi dell’anno in cui si manifesta la propria gratitudine verso le persone che ci hanno aiutato o si sono dimostrate gentile con noi durante l’anno, come ad esempio genitori, parenti, datori di lavoro e colleghi.

La frutta viene regalata comunemente anche per matrimoni o come augurio di pronta guarigione durante le visite in ospedale.

Ci sono interi negozi dedicati alla frutta da regalo (uno dei più noti è il Senbikiya di Tōkyō, famoso per i suoi prezzi esorbitanti, paragonabili a quelli di veri e propri oggetti di lusso, dalle mele vendute a 20 euro al pezzo, ai grappoli d’uva da circa 60).

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