Milano – Ad agosto, dopo due mesi consecutivi di forte crescita congiunturale, l’export italiano verso i paesi extra Ue27 segna una brusca frenata. In particolare, si registrano performance negative verso gli Stati Uniti, con un calo netto del -21,2% su base annua. Agosto è infatti il mese in cui è entrato in vigore l’accordo tra Stati Uniti ed Europa, che prevede tariffe del 15% sulle esportazioni europee verso gli Usa. “Ai dazi va aggiunto l’indebolimento del dollaro, che riduce la competitività delle nostre imprese”, commenta l’Istituto nazionale di statistica. “Il crollo, al momento, non è stato compensato da un incremento degli scambi commerciali con altri paesi”.
Le esportazioni italiane verso i Paesi extra Ue, in generale, sono infatti diminuite dell’8,1% rispetto a luglio, e del 7,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Decisamente negative anche le performance verso la Turchia (-26,1%), la Cina (-16,7%), i Paesi Opec (-7,7%), il Giappone (-16,6%), i Paesi Asean (-10,8%) e l’area del Mercosur (-5,1%). Aumentano soltanto le vendite verso Regno Unito (+4,9%) e Svizzera (+4,7%), stando ai dati Istat. “La flessione tendenziale dell’export nazionale verso i mercati extra Ue si deve alle minori vendite di beni di consumo durevoli (-26,3%) e non durevoli (-13,2%) e beni strumentali (-8,4%), mentre crescono le esportazioni di energia (+23,7%) e beni intermedi (+1,9%)”, sottolinea l’Istat.
In calo anche il trend delle importazioni. In particolare Regno Unito (-36,6%) e paesi Opec (-27,1%) registrano le contrazioni tendenziali più ampie; diminuiscono anche gli acquisti da India (-9,7%), Cina (-7,1%) e paesi Mercosur (-5,8%). Per contro, crescono le importazioni da Stati Uniti (+68,5%) e paesi Asean (+13,6%).