Roma – Secondo due delle principali associazioni di categoria, Unione italiana vini e Federvini, il ‘Pacchetto Vino’ votato ieri dalla commissione Comagri dell’Europarlamento (leggi qui) presenta sia aspetti positivi che negativi.
Uiv si dice soddisfatta per l’aumento previsto, fino all’80% rispetto all’attuale 50%, del contributo ammesso per la promozione nei Paesi terzi e l’estensione temporale dei programmi; oltre che per la scelta pro-digitalizzazione dell’etichettatura. L’associazione è invece poco convinta rispetto alla proposta di utilizzare il termine ‘reduced alcohol’ in luogo di ‘parzialmente dealcolato’; mentre esprime forte preoccupazione nei confronti della politica relativa al finanziamento di estirpi e distillazione.
“Tale decisione ci riporta indietro di 15 anni”, afferma il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi. “Un tuffo nel passato orientato su logiche assistenzialiste che contrastano con gli obiettivi delle misure Ocm, varate per favorire la crescita nei mercati e gli investimenti. Oggi l’Europarlamento propone una possibile misura difensiva – già adottata, senza successo, nel 2009 con un esborso comunitario di 1 miliardo di euro – che rischia tra l’altro di distrarre parte dei fondi altrimenti destinati allo sviluppo, e questo non ce lo possiamo permettere”.
Federvini, dal canto suo, accoglie positivamente la conferma delle semplificazioni in materia di etichettatura, la previsione di aliquote di sostegno più elevate per gli interventi settoriali e il prolungamento della durata dei progetti di promozione, oltre che la maggiore flessibilità finanziaria.
“Il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo conferma la volontà di sostenere un comparto che rappresenta un’eccellenza del sistema agroalimentare europeo”, ha commentato Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini. “Accogliamo con favore le semplificazioni introdotte e le misure volte a rafforzare la promozione, l’internazionalizzazione e la sostenibilità del settore”.