Al via un progetto italiano per decarbonizzare l’industria del vetro con l’idrogeno

2021-07-21T16:59:34+02:0021 Luglio 2021 - 16:59|Categorie: Tecnologie|Tag: , , , , , , , , |

Milano – La fabbricazione di manufatti in vetro, di cui l’Italia è il secondo produttore in Europa con oltre 5 milioni di tonnellate annue, è energivora e difficilmente elettrificabile. Per questo il progetto ‘Divina’ (Decarbonizzazione dell’industria vetraria: idrogeno e nuovi assetti), coordinato da Snam, Rina e Bormioli, mira a ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro – che rappresenta più del 50% del consumo energetico di tutto il processo – attraverso l’uso dell’idrogeno. Oggi, il principale vettore energetico utilizzato dalle vetrerie è il gas naturale e le emissioni di Co2 si attestano a circa 1,5 milioni di tonnellate annue. L’impiego di un blend di idrogeno al 30% nei processi fusori a livello nazionale consentirebbe di ridurre le emissioni di 200mila tonnellate. “L’idrogeno avrà un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione di settori a elevata intensità energetica, come quello del vetro, per centrare gli obiettivi climatici nazionali ed europei”, commenta l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà. “Dopo il primo test con un mix di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo svolto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori sono a disposizione anche del progetto ‘Divina’, un importante traguardo verso la decarbonizzazione di un altro settore tra i più significativi del tessuto economico italiano”, aggiunge il presidente e ad di Rina, Ugo Salerno. “La partnership con attori di primo ordine del settore energetico, dell’industria vetraria e del mondo accademico”, sottolinea  Vincenzo Di Giuseppantonio, ad del gruppo Bormioli Luigi, “rende il progetto Divina una proposta solida e concreta di percorso di transizione verde e di sostenibilità”. Gli altri partner del progetto sono: Bormioli Rocco, Stara Glass, Università degli Studi di Genova, Stazione Sperimentale del Vetro, Ifrf Italia, Sgrpro e Rjc Soft.

Torna in cima