Milano – “La nostra associazione ha più di 60 anni, di crisi ne ha viste tante ma come questa mai: è una spirale inflazionistica pericolosissima”. È l’allarme lanciato da Ancit, l’Associazione conservieri ittici e delle tonnare, che spiega come il mercato sia in tilt a causa dell’inflazione e le aziende in difficoltà: i fatturati crescono e la marginalità diminuisce.
Nel comparto delle conserve ittiche lo shock inflazionistico ha raggiunto livelli senza precedenti, generando una perdita dei volumi (a novembre 2023, -4,8% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente).
Per quanto riguarda il tonno in scatola, Istat ha rilevato un +11,6% del prezzo al consumo nel 2023 rispetto al 2022. Il dato conferma come l’incremento dei costi di produzione del +20-30% non sia stato trasferito interamente al consumatore ma in gran parte assorbito dalle aziende di produzione. Come spiegano da Ancit, “I costi dell’attività produttiva hanno raggiunto livelli intollerabili”. I principali costi per il comparto sono quelli del pesce e dell’olio d’oliva. Quest’ultimo ha visto un aumento incontrollato fino a +80% e la situazione non accenna a migliorare. A tutto ciò si somma la situazione geopolitica in Medio Oriente che sta avendo ripercussioni sulle tariffe dei noli, soprattutto in virtù dei passaggi delle navi dal Canale di Suez.