Assemblea Assica (2). Il presidente Beretta: “La sostenibilità al centro. No a meat sounding e diete universali”

2025-06-26T17:43:08+02:0026 Giugno 2025 - 17:43|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , |

Bruxelles (Belgio) – In apertura dell’Assemblea di Assica, il presidente Lorenzo Beretta ha fatto il punto sul settore sottolineando quali sono le sfide più urgenti. Tra queste, dare il giusto valore alla zootecnia in Italia e in Europa. “Il mondo scientifico ha dimostrato che i prodotti di origine animale possono essere sostenibili per l’ambiente, dunque non vanno demonizzati”, ho dichiarato citando il Manifesto di Dublino del 2022, firmato da 1.200 scienziati e la Denver call to action del 2024, con l’obiettivo di comunicare una visione equilibrata sugli allevamenti. 

Il presidente ha spiegato il ruolo preoccupante di “approcci volti a limitare le scelte dietetiche tramite pressioni e tasse; i sostituti di carni e salumi sono incomparabili dal punto di vista nutrizionale e spesso inadeguati. Le proteine alternative sono spesso cibi ultraprocessati, ma va detto che il problema non è tanto la trasformazione, che esiste dalla notte dei tempi, in questi casi siamo di fronte ad alimenti poveri di nutrienti. Per questo la battaglia contro il meat sounding è una battaglia culturale: i nomi associati alla carne sono legati a un metodo produttivo tradizionale che ha un valore. L’uso corretto dei nomi rispetta il lavoro di tutta la filiera”.

All’origine di queste diete alternative spesso c’è la “tentazione della dieta universale” che “minaccia la libertà di scelta e promuove l’uniformità dei consumi. Distrugge le diete tradizionali che rappresentano il patrimonio enogastronomico del nostro Paese, e demonizza alcuni alimenti in quanto tali”.

Tra le prossime sfide del comparto, ha proseguito Beretta, c’è il sostegno del commercio internazionale: “In un contesto geopolitico in continua evoluzione, l’Ue deve rafforzare la politica commerciale stipulando accordi con paesi terzi. L’export verso i paesi terzi è fondamentale: la salumeria italiana si nutre di export, con una crescita del 9,5%. E’ noto che il settore non sia autosufficiente, dato che importiamo circa il 40% della materia prima, ma esportiamo in tutto il mondo”.

Un concetto chiave del presente e del futuro della salumeria è la sostenibilità economica: “I forti aumenti dei costi delle materie prime non accennano a diminuire, per questo dobbiamo essere uniti per far percepire ai consumatori il reale valore delle produzioni. La contrazione dei volumi di vendita sul mercato italiano è evidente: ribadisco l’istanza di chiedere la riduzione dell’Iva dal 10% al 4%, equiparandola a prodotti lattiero caseari e ortofrutticoli”.

Sempre a proposito di sostenibilità, Assica presenterà un progetto per rafforzare la competitività del settore creando valore lungo tutta la filiera, “con un modello replicabile a livello europeo”, ha concluso Beretta.

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