Bevande alcoliche: i sei driver del comparto secondo IWSR

2025-08-12T16:07:49+02:0012 Agosto 2025 - 16:07|Categorie: Beverage, Vini|Tag: , , , |

Londra (Uk) – Lo specialista di ricerche di mercato IWSR (International Wine and Spirits Record) analizza le sei macro-tendenze che stanno plasmando il settore delle bevande alcoliche a livello mondiale e che ne influenzeranno l’andamento anche nei prossimi mesi. Comparto che, nel 2024, ha registrato su scala globale volumi in calo dell’1% e valori a +1%.

1 – Premiumizzazione selettiva

La tendenza globale alla premiumizzazione resta evidente, ma in modo meno lineare rispetto al passato, sia sul fronte dei mercati che dei prodotti. La crescita a volume della fascia ‘premium e oltre’ è più rilevante in determinate aree del mondo – vedi Sud America, Asia, Africa e Medio Oriente – mentre resta stabile in Nord America ed Europa. Questa ‘premiumizzazione selettiva’ è particolarmente evidente nella cocktail culture: si prevede che i volumi globali di cocktail/long drink ready-to-drink raddoppieranno tra il 2019 e il 2029, con il Nord America che potrebbe crescere fino al 400%.

2 – Nuovi stili di vita

La riduzione globale dei consumi di alcol (specialmente in mercati chiave come Cina e Stati Uniti), inizialmente legata a crescenti pressioni economiche, si sta trasformando in un nuovo stile di vita. I consumatori ricercano principalmente tre elementi: convenienza, personalizzazione e coinvolgimento immersivo, allontanandosi dalle tradizionali occasioni di consumo.

3 – Digitale e tecnologia

L’e-commerce continua a crescere (+2% valore globale nel 2024), trainato dalle vendite di spirits, birra e ready-to-drink, soprattutto nei mercati emergenti (l’Asia-Pacifico spicca con un +4%). La tecnologia si sta rivelando strategica per mettere in connessione diretta brand e consumatori,  aggirando le barriere distributive. Sul fronte comunicativo, influencer e celebrità fanno leva sulle fasce di popolazione più giovani, con un forte focus sullo storytelling, sulla moderazione e sulla sobrietà.

4 – Bere sociale

In un contesto economico complesso, l’on-trade (bar e ristoranti) ha registrato andamenti negativi tra il 2019 e il 2024 in quasi tutte le regioni del mondo, fatta eccezione per Africa e Medio Oriente (+4%). Il ‘bere casalingo’ ne trae beneficio, anche perché permette ai consumatori di controllare maggiormente la spesa. I crescita anche la moda dell’aperitivo, sempre più popolare grazie anche a prodotti di successo come lo spritz.

5 – Salute ed etica

Nel 2024 i volumi no-alcol sono aumentati del +9%, trainati dalla birra ma con andamenti positivi anche per altre merceologie. La crescita a volume dei no/low ha superato quella dei prodotti a piena gradazione in tutte le regioni tranne che in Asia-Pacifico, dove è stata influenzata dal calo della birra registrato in Cina. La moderazione nei consumi assume diverse forme. Una di queste è il sempre più diffuso fenomeno dello ‘zebra striping’, ossia l’alternanza tra drink alcolici e analcolici. In alcuni mercati si riscontra invece una crescente preferenza per i prodotti locali: in India i single malt nazionali hanno superato lo Scotch grazie al legame con la tradizione locale e al rapporto qualità-prezzo. La sostenibilità si conferma un driver importante per Gen Z e Millennials, disposti a pagare di più per prodotti responsabili.

6 – Pressioni esterne

Le tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato il 2024 hanno spinto i consumatori a concentrare le spese sui beni essenziali, tra cui non figurano le bevande alcoliche. L’instabilità delle catene di fornitura, i nuovi accordi commerciali e quadri normativi hanno avuto un impatto considerevole sul settore. A questo si sommano le regole (sempre più rigide) che alcuni Paesi hanno imposto per ridurre i consumi di alcolici. Questo è vero soprattutto dove la fiducia nelle istituzioni è più alta, vedi Cina, India, America Latina, Sudafrica.

 

 

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