Bologna – La percentuale di superfici agricole coltivate con metodo biologico nell’Ue ha raggiunto il 10,9%. I terreni bio hanno infatti raggiunto 17,7 milioni di ettari, con un incremento del +3,6% rispetto al 2022. Se guardiamo all’intera Europa, i campi coltivati a biologico comprendono 19,5 milioni di ettari (+4,1%) con una percentuale dell’11%. Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Spagna, con 3 milioni di ettari, supera la Francia che segue con 2,8 milioni di ettari, mentre l’Italia occupa il terzo posto con 2,5 milioni di ettari, ma è prima come percentuale di Sau (superficie agricola utilizzata) bio, che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea. Questi i dati evidenziati all’interno del documento ‘The World of Organic Agriculture 2024’, riferiti al 2023, e presentati a Biofach (la fiera del bio in corso a Norimberga, 11-14 febbraio) dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con Ifoam, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale.
L’Italia mantiene il primato anche per quanto riguarda il numero di produttori bio, con oltre con 84.191 operatori sui 495mila attivi nell’intera Europa. Il Bel Paese si posiziona al vertice della classifica anche per quanto concerne il numero di trasformatori, quasi 25mila, su una quota totale in Europa di 94.627.
Dopo un lieve calo nel 2022, è tornato positivo anche l’andamento del mercato, che ha raggiunto i 54,7 miliardi di euro in Europa (+3%), di cui 46,5 mld nell’Ue (+ 2,9%). La Germania rimane il mercato principale, con vendite che si attestano a 16,1 mld di euro.
“I dati presentati a Biofach sono senza dubbio positivi”, afferma Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. “La transizione agroecologica continua il suo slancio, sostenuta dal Green Deal e dal Piano d’azione per l’agricoltura bio nell’Ue”.