Bonaccini (Emilia Romagna): “La Slovenia non può produrre aceto balsamico. Questa concessione va assolutamente bloccata”

2021-09-17T09:49:09+01:0017 Settembre 2021 - 09:49|Categorie: Grocery|Tag: , , , |

Modena – La questione Prosek (leggi qui) riaccende i riflettori su un’altra spinosa diatriba. È del febbraio scorso la notizia che il Governo sloveno ha notificato alla Commissione europea una norma tecnica nazionale che cerca di trasformare la denominazione ‘aceto balsamico’ in uno standard di prodotto.  A distanza di qualche mese, interviene anche il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che spiega: “Giù le mani dal nostro Aceto balsamico. E più in generale dalle nostre produzioni Dop e Igp. Quelle dell’Emilia Romagna, quelle italiane e tutte quelle che, grazie ai regolamenti dell’Unione europea, hanno dimostrato di possedere qualità uniche. In particolare, tre delle nostre eccellenze – l’Aceto balsamico di Modena Igp e le Dop degli Aceti balsamici tradizionali di Modena e Reggio Emilia – subiscono la possibilità lasciata alla Slovenia di produrre un proprio ‘aceto balsamico’. Questa concessione va assolutamente bloccata perché incompatibile con la tutela dei nostri prodotti, fraudolenta nei confronti dei consumatori e nefasta verso i produttori. Evocare le nostre denominazioni è inaccettabile”. L’obiettivo è rispettare i produttori che, nelle rispettive zone di origine, hanno creato un patrimonio di qualità e tradizione. “La qualità dei processi produttivi – continua Bonaccini –dei rigorosi disciplinari di produzione e delle materie prime, a tutela di produttori e consumatori, non può essere richiamata a parole o nei convegni, ma va protetta con i fatti”. Da qui, l’appello al Governo e al ministero delle Politiche agricole di attivarsi al più presto, garantendo il massimo appoggio della Regione Emilia Romagna, insieme al Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena. “Anche per evitare che si creino pericolosi precedenti, anticamera di future imitazioni dei prodotti Dop e Igp italiani”, conclude il presidente dell’Emilia Romagna. “Abbiamo costruito un patrimonio enorme di credibilità nel tempo, alimentato oggi da migliaia di aziende, lavoratori e lavoratrici che vanno sostenuti”.

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