Calzolari (Granarolo): “Un litro di latte non può costare meno dell’acqua. Bisogna riconoscere il lavoro che c’è dietro”

2021-08-03T10:58:18+02:003 Agosto 2021 - 09:44|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , , |

Bologna – “Servono sostegni per la filiera alimentare”. Esordisce così Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Granarolo è la più grande filiera zootecnica italiana del latte. E conta 12 stabilimenti in 7 regioni italiane, 633 allevatori e 8,5 milioni di quintali di latte lavorati ogni giorno. “Bisogna dare il giusto valore al lavoro dei nostri allevatori”, prosegue Calzolari. “Abbiamo una doppia funzione: da una parte, dare soddisfazione al nostro mondo (Cooperativa Granlatte, che detiene l’80% di Granarolo). Dall’altra, siamo anche un punto di riferimento per il mondo agricolo, per i territori e le istituzioni”. La cessazione delle ‘quote latte’ nel 2015 ha permesso agli allevatori di produrre di più. E dal 2019 al 2020 le produzioni di latte in Italia e nel mondo sono cresciute del 3%. “Con questo ritmo si arriverà a superare le 13,8 milioni di tonnellate nel 2023 e arriveremo alla piena autosufficienza produttiva. La popolazione aumenterà e dovremo produrre maggiore quantità di cibo di qualità, consumando di meno”. Innovazione e tecnologia, ma anche benessere animale e riduzione degli sprechi sono elementi fondamentali per Calzolari. Per garantire un’elevata qualità dei prodotti, però, bisogna sostenere gli allevatori remunerandoli con il giusto prezzo. Un prezzo che, nel caso dei formaggi, viene riconosciuto. Ma quando si tratta di latte liquido, il discorso cambia. “Non è possibile che alla Gdo il latte a lunga conservazione costi 65 centesimi, come una bottiglia di acqua minerale da mezzo litro. Bisogna riconoscere il lavoro che c’è dietro e pensare a meccanismi di assicurazione del reddito della parte più esposta della filiera”.

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