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Cara Gdo: puoi prestare attenzione al problema delle api e del miele come stanno facendo Alì e Conad?

2023-02-08T16:56:27+02:008 Febbraio 2023 - 16:56|Categorie: Il Graffio, in evidenza|Tag: , , , |

Di Luigi Rubinelli

Un terzo del nostro cibo dipende dall’opera di impollinazione delle api, regine della biodiversità: solo in Europa, oltre 4mila verdure! Se le api sparissero, le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero devastanti. Le api continuano a morire e questo non è ‘solo’ un problema ambientale… La nostra vita dipende anche dalla loro.

L’agricoltura industriale è tra le principali minacce per gli impollinatori: pesticidi chimici, monocolture, perdita di biodiversità, pratiche agricole distruttive. Ma le api, già in equilibrio precario, devono affrontare un altro killer: la crisi climatica in corso sta modificando il ciclo naturale degli ecosistemi, rendendole più vulnerabili e meno produttive. Una strage annunciata!

Per salvare le api dobbiamo adottare pratiche agricole sostenibili, proteggere la biodiversità e bandire per sempre i pesticidi dannosi per gli insetti impollinatori. I governi devono agire urgentemente per contenere l’emergenza climatica, diminuendo le emissioni del 65% entro il 2030. Solo così potremmo garantire il futuro delle api e del Pianeta… il nostro futuro, soprattutto.

Il numero di api sul pianeta sta drasticamente diminuendo. I numeri parlano chiaro: negli ultimi anni solo in Europa, gli alveari sono diminuiti di oltre il 50%. I dati registrati nell’ultimo periodo hanno dimostrato come la presenza di api nel mondo si stia notevolmente riducendo.

Il miele è una sostanza dolce prodotta dalle api grazie al nettare raccolto dai fiori, che viene poi trasformato e combinato dalle api con altre sostanze, disidratato, immagazzinato e lasciato maturare nelle celle dei favi, ovvero delle strutture in cera costruite dalle api.

Poi viene raccolto dall’uomo e inserito nella filiera produzione-distribuzione. In che modo? Come una commodity:

  • i lineari di vendita sono sempre disadorni e banali,
  • sono troppi i primi prezzi con prodotto di dubbia provenienza,
  • anche i premium non sono mai del tutto spiegati,
  • non parliamo delle Mdd, le marche del distributore.

Si distinguono, meno male, alcuni distributori, fra cui segnaliamo:

Alì (Selex) non ha un grande reparto e nemmeno una scala prezzi vistosa. Si incarica però di spiegare bene due tipi di miele, dando conto al cliente delle caratteristiche intrinseche del prodotto. Ed è già un bel passo in avanti.

 

 

Conad Adriatico sta costruendo invece una vera e propria mieloteca come questa nello Spazio Conad di Casamassima (Ba). ‘La mieloteca’, con i lineari retroilluminati a formare una grande fava, ognuna con una celletta, a ricordare da dove viene il prodotto. In testa l’indicazione del sottoreparto e una foto di un vasetto aperto pronto all’uso. È sicuramente costoso, ma è differenziante rispetto ai competitori e soprattutto contribuisce a dare valore a un prodotto che storicamente non ne ha nella grande distribuzione. Diciamo, giudizio nostro, che è un contributo a capire, commercialmente ma non solo, il momento drammatico che stanno passando gli alveari e le api.

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