Milano – Entro il 2035 la carne artificiale prodotta in laboratorio partendo da cellule staminali rappresenterà fino al 22% del consumo globale di proteine e consentirà di ridurre le emissioni di Co2 del 4%. A dirlo, i dati pubblicati nell’ultimo studio di Bcg (Boston Consulting Group) e Blue Horizon dal titolo ‘Food for thought: the untapped climate opportunity in alternative proteins’. Secondo la ricerca, l’innovazione sarà la chiave di volta: l’incremento esponenziale degli investimenti tecnologici in questo settore (che, tra il 2019 e il 2021 sono aumentati con un tasso annuo del 124%) sta già lavorando a un miglioramento del gusto, ma anche a un abbassamento dei costi produttivi al fine di rendere la carne artificiale alla portata di tutti. “Fra 13 anni le proteine avranno raddoppiato la propria quota di mercato, purché supportate dall’innovazione e dalle autorità di regolamentazione”, fa sapere Lamberto Biscarini, managing director di Bcg, a La Repubblica. I prodotti, intanto, stanno già facendo passi da gigante verso l’accettazione da parte dei consumatori: i dati emersi dall’indagine di Bcg e Blue Horizon dicono infatti che il 13% degli intervistati (3.700 utenti di sette Paesi) li consuma già.
Carne artificiale: secondo Bcg/Blue Horizon, entro il 2035 rappresenterà il 22% delle proteine consumate
Margherita Luisetto2022-09-19T11:11:39+01:0019 Settembre 2022 - 11:11|Categorie: Carni|Tag: carne artificiale|
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