Carni ovicaprine: consumi in ripresa e consolidamento dei prodotti Igp

2021-04-21T09:29:18+01:0021 Aprile 2021 - 09:29|Categorie: Carni|Tag: , |

Roma – Secondo gli ultimi dati pubblicati da Ismea, nel 2020 la produzione di carne ovicaprina ha subìto l’impatto della crisi sanitaria mondiale, che ha avuto il suo esordio in Italia proprio a ridosso dei mesi di marzo e aprile, il periodo in cui si concentrano oltre un terzo delle vendite annuali di questa tipologia di carne. In questi mesi, le macellazioni hanno segnato flessioni del 14,5% a marzo e del 28,9% ad aprile (con oltre 224mila agnelli in meno avviati al macello). Nel mese di dicembre, che corrisponde al periodo di massima domanda dell’anno, le macellazioni sono risultate inferiori rispetto all’anno precedente (-11%), tuttavia la flessione è stata meno importante rispetto a quella registrata a Pasqua. Nel 2021 il mercato pasquale dei capi vivi e delle carni è tornato a normalizzarsi. Anche i prezzi all’origine degli agnelli nelle quattro settimane precedenti la Pasqua sono progressivamente aumentati (+27%). In tal senso le quotazioni più elevate sono state registrate in Sardegna anche grazie al consolidamento del prodotto Igp, che attualmente rappresenta un quarto del totale delle carni di agnello italiane. Come riporta Ismea, inoltre, nel 2020 c’è stata una forte riduzione delle importazioni di animali vivi (-37%) e di carni (-21% a volume) dovuto al forte rallentamento degli scambi a causa della pandemia anche dai principali Paesi fornitori (Romania e Ungheria). Sul fronte degli acquisti domestici, il 2020 ha segnato un +0,2% dei volumi e +3,7% a valore: il prezzo della vendita è risultato in rialzo grazie alla maggiore presenza di prodotto italiano, spesso Igp.

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