Caro pasta e prezzo del grano: è scontro tra Coldiretti e Unionfood

2023-04-20T10:52:30+02:0020 Aprile 2023 - 10:51|Categorie: Grocery, in evidenza|Tag: , , |

Roma – L’aumento del prezzo della pasta al centro dell’ultima diatriba tra Coldiretti e Unionfood, l’associazione che riunisce 450 aziende dell’agroalimentare con 20 settori merceologici rappresentati.

“È aumentato del 18% il prezzo della pasta nell’ultimo anno, mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno nello stesso periodo”, denuncia la confederazione gialloverde. “La pasta è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua e non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori”. Secondo la Coldiretti, in atto ci sarebbero presunte manovre speculative da parte dei pastai italiani volte a ridurre il prezzo del grano italiano per favorire le importazioni di grano duro canadese.

Non si è fatta attendere la replica di Unionfood. “Il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non è l’industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, a farlo è il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali”, spiega il presidente Riccardo Felicetti, secondo cui “la Coldiretti continua ad avanzare dei dubbi su presunte speculazioni, con il consueto intento di confondere i consumatori”. Continua Felicetti: “I pastai italiani da sempre sostengono gli agricoltori del nostro Paese con i contratti di filiera per garantire il giusto prezzo e acquistano tutto il grano duro pastificabile disponibile in Italia. La pasta che compriamo oggi è fatta col grano acquistato mesi e mesi fa a prezzi più alti”. È vero, infine, che grano duro e semola impattano in modo rilevante sul costo finale della pasta, ma secondo Unionfood ci sono anche altre voci da considerare che incidono sull’aumento del prezzo finale, come l’energia, i materiali ausiliari e la logistica. “Tutti ambiti in cui i rincari sono ancora evidenti ed elevati”, conclude Felicetti.

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