Chi deve assorbire l’inflazione? (2): La risposta di Angelo Frigerio

2021-11-02T09:32:22+02:002 Novembre 2021 - 08:40|Categorie: in evidenza, Mercato|

“La diversità delle opinioni è un segno della benevolenza di Dio”: riprendo una frase del Corano per sottolineare una diversità di vedute con l’amico Luigi Rubinelli. Luigi fa un’analisi su chi deve assorbire l’inflazione provocata dall’aumento sconsiderato delle materie prime e delle utilities (leggi qui). Nella sua disamina porta a supporto una tabella presa da un report di The European House – Ambrosetti dove si evince che l’industria di trasformazione alimentare la fa da padrone, in termini di utile, nella filiera agroalimentare. Si parla di un 43,1% dell’industria di fronte a un misero 11,8% della distribuzione.

Se il dato fosse vero, nulla da dire. C’è invece molto da dire se si pensa a chi ha commissionato la ricerca, ovvero proprio la distribuzione. Caro Luigi, a me viene un sospetto. Forse che l’istituto di ricerca contraddica chi l’ha pagato?

Aggiungo che magari il dato è vero ma considera solamente un aspetto della questione. Si basa solo, credo, sugli utili del retail, senza tenere conto di quel corollario di società che ruotano intorno alla capogruppo. Sto parlando delle società di logistica e di servizi. Senza dimenticare poi l’immobiliare. E’ lì che c’è la ciccia.

A conferma di tutto questo vale la pena ricordare che Raffaele Mincione, quando ha fatto l’accordo con Conad per rilevare Auchan, si è tenuto proprio la parte immobiliare. Mica pirla il finanziere.

A sostegno della mia tesi, riporto anch’io un grafico. E’ tratto dall’ultimo report di Ismea del 2020. Come si può notare il dato contrasta notevolmente con quello di McKinsey. Nella scomposizione del valore aggiunto della filiera, l’industria pesa, come risultato netto, il 2,3% mentre commercio e trasporti incidono del 12,6%. Chi ha ragione?

 

La Cenerentola invece è rappresentata dall’agricoltura. E su questo non posso che darti ragione. Dissento invece quando la definisci debolissima politicamente parlando. Non direi proprio. Coldiretti, tanto per fare un esempio, ha in mano il ministero delle Politiche agricole forestali. E’ fortissima nella comunicazione e quando il politico di turno ha bisogno di un favore, i suoi dirigenti si fanno in quattro. Ricordo molto bene l’endorsement di Vincenzo Gesmundo (segretario generale della confederazione) a Renzi nella campagna sul referendum per l’abolizione del Senato. Erano in 40mila all’Expo di Milano a salutare l’ex sindaco di Firenze diventato premier. Ricordo ancora che qualche anno fa pubblicammo la notizia, mai smentita, del compenso di circa due milioni di euro al buon Gesmundo. Saranno anche debolissimi gli agricoltori ma i loro capi proprio no.

Da ultimo sono d’accordissimo con te che, in questa situazione, tutti devono fare un passo indietro e quattro avanti. Hai ragione: “Occorre buon senso, senza ideologismi e tifoserie varie”.

 

Torna in cima