Di Giulio e Luigi Rubinelli
Nelle settimane scorse abbiamo parlato più volte degli aumenti di prezzi in diverse categorie e in diversi canali di vendita, alcune volte non motivati, per aumentare il fatturato.
Abbiamo cominciato dal caffè prendendo a pretesto quello di Esselunga in via Spadari a Milano, a 20 mt da piazza del Duomo (vedi qui). Il caffè in tazzina al bar è un consumo molto frequente e i prezzi variano ormai da 1,10 a 1,50 euro. E non è detto che al prezzo più alto corrisponda una qualità elevata.
Starbucks in piazza Cordusio a Milano è ormai un esercizio commerciale per pochi. I prodotti dolci e salati hanno dei prezzi davvero elevati (vedi qui) e la clientela è internazionale: solo i turisti possono riservarsi un simile consumo?
Oggi andiamo all’aeroporto di Firenze in un Autogrill. L’utenza è soprattutto turistica, in gran parte straniera. I prezzi che si vedono nel filmato dovrebbero essere disegnati per loro.
Sono alti? Sono bassi? Sono un buon rapporto qualità-prezzo?
Autogrill non ha certo bisogno dei nostri suggerimenti, però:
- bisognerebbe parlare del territorio dove si producono i singoli prodotti in vendita,
- bisognerebbe fare un minimo di scala prezzi, un minimo…,
- bisognerebbe orientare l’acquisto al rapporto qualità-prezzo,
- bisognerebbe non esagerare,
- un panino è pur sempre un panino, non è vero?