Salerno/Bari – Coldiretti continua a mobilitarsi contro il ‘falso made in Italy’: dopo la manifestazione al Brennero di inizio aprile (leggi qui), in questi giorni ha lanciato operazioni nei porti di Salerno e Bari. Gli agricoltori di Coldiretti, una volta saliti sui gommoni, hanno avvicinato le navi al grido di ‘No fake in Italy’, come riporta il sito Agricolae. Obiettivo del blitz di Salerno è il carico di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina grazie al lavoro forzato degli uiguri in Xinjiang, arrivato nei pressi del porto in 40 contanier. Lo scorso anno l’Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, proveniente in gran parte proprio dallo Xinjiang. Blitz anche a Bari, dove è arrivata la nave carica di grano turco di cui si erano perse le tracce dopo che aveva lasciato la Tunisia, da cui risulta sia stata respinta, e toccato le coste della Grecia prima di arrivare nello scalo pugliese. Anche in questo caso sono salpate le imbarcazioni di Coldiretti decise per denunciare queste pratiche.
“Come Coldiretti oggi siamo ai porti di Bari e Salerno contro le importazioni sleali fatte con lo sfruttamento dei lavoratori cinesi o senza rispettare gli standard europei. Vogliamo che venga rimesso in discussione il principio del codice doganale sull’origine dei cibi, dove ciò che conta è solo l’ultima trasformazione”, ha rilanciato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini dall’audizione al Senato dove è intervenuto sul tema Dl agricoltura. “Riteniamo che non può e non deve essere l’ultima trasformazione, ma il prodotto che viene utilizzato, che ne deve esaltare quella che è l’italianità. Per questo siamo oggi nei porti, per denunciare questa stortura che mette a rischio il nostro made in Italy e le nostre aziende e per questo stiamo raccogliendo 1 milione di firme per la richiesta di una legge popolare europea per ottenere l’obbligo di origine su tutti i prodotti in tutta Europa”.