Parma – Dopo mesi di bollettini in rialzo (la maggioranza) o tendenzialmente stabili (gli ultimi tre), arriva il primo vero calo della quotazione del suino italiano. Tre centesimi netti, per la precisione. Il pesante Dop torna così a 2,347 euro/kg, ovvero la quotazione che aveva il 3 ottobre. Gli altri prezzi di riferimento sono 2,287 euro/kg per il Dop inferiore ai 160 kg, e 2,142 euro/kg per il non tutelato più costoso, quotazione quest’ultima leggermente superiore a quella di un mese fa perché in questo periodo il non Dop è cresciuto di più. Dettagli a parte, è evidente che siamo di fronte alla prima ondata di ritorno che inevitabilmente colpirà gli allevatori italiani, che in questi mesi erano riusciti a portare il suino italiano al record storico (2,387 euro/kg, 24 ottobre). Il primo calo è superiore alle attese, ma non è irrazionale, visto che nel frattempo i suini esteri sono scesi notevolmente. La massima differenza tra vivo italiano e carcassa tedesca (42,7 centesimi, proprio due settimane fa), ha colpito notevolmente gli operatori di settore e, forse, ha fatto capire agli allevatori che era necessaria una correzione di rotta. Il suino italiano rimane sempre molto costoso, ma probabilmente in queste settimane ci sarà un discreto contenimento. L’anno scorso (si partiva da 2,329) il calo era durato tre mesi e mezzo ed era stato di 26,9 centesimi (-11,5%), ma era partito più lentamente (circa 2 centesimi a seduta, a novembre). Lo stesso ritmo del 2023/24 riporterebbe il suino italiano poco sopra i 2,10 euro/kg a metà febbraio, ma è probabile che ci si avvicinerà un po’ di più ai 2 euro.
