Milano – “Nel peggiore degli scenari, ossia quello di un’eventuale escalation protezionistica, il Pil italiano subirà un calo dello 0,6%. Il rischio è quello di una fuga di aziende e capitali negli Stati Uniti. La sfida ora è mantenere e aumentare la presenza di industria e lavoratori in Italia e in Europa”. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria Emanuele Orsini in occasione della presentazione del Rapporto di previsione di primavera del Centro Studi di Confindustria.
L’agroalimentare, unitamente a macchinari, lusso e moda risultano essere i settori del made in Italy più colpiti dall’abbattersi dei dazi. Stando al rapporto del centro studi di Confindustria, in particolare, in caso di dazi al 20% l’agroalimentare rischierebbe una perdita delle esportazioni verso gli Usa tra il 13,5 e il 16,4%. Esportazioni che ad oggi ammontano a 7,8 miliardi di euro.
“Non dobbiamo farci prendere dal panico e reagire compatti in Europa per negoziare con gli Stati Uniti”, ha affermato in un’intervista al Tg1 il presidente di Confindustria. “Servono politiche serie che mettano al centro l’industria con un piano strategico di investimenti e innovazione per le imprese”.