Digital tax posticipata di un mese. Unione italiana vini: “Saggia decisione del governo”

2021-01-18T15:17:56+02:0018 Gennaio 2021 - 15:17|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , |

Roma – Slitta di un mese il primo pagamento della digital tax, la nuova imposta contenuta nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. E le cantine italiane tirano un (momentaneo) sospiro di sollievo. “Per il mondo del vino italiano”, commenta il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, “la decisione presa in Cdm è tanto saggia quanto importante, perché il rischio di vedere, ancora una volta, i prodotti vitivinicoli travolti da una disputa internazionale e da potenziali misure penalizzanti in un momento di estrema indecisione per il contesto economico internazionale era alto”. La proroga di una mese (dal 16 febbraio al 16 marzo) dell’introduzione della tassa sui servizi digitali (Dst) è vista come un’apertura nei confronti della nuova amministrazione Biden, che si insedierà il 20 gennaio, nella speranza di trovare un accordo multilaterale in materia. Un’imposta fortemente a rischio ‘dazi di ritorsione’ – come d’altronde è già avvenuto per la Francia – e già “duramente criticata dal Rappresentante per il Commercio Usa (Ustr), il quale ritiene discriminatoria l’imposizione italiana nei confronti delle imprese digitali americane, che rappresentano i 2/3 delle aziende da tassare”, si legge nella nota di Uiv. “Con la tassa sui servizi digitali l’Italia prevede di concretizzare un corrispettivo di circa 700 milioni di euro. Il vino italiano, che negli Stati Uniti vende il 30% del proprio export a valore (circa 1,7 miliardi di euro), sarebbe uno dei maggiori indiziati tra i prodotti tricolore a rischio ritorsione”.

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