Diretta Coronavirus/Sondaggio Luxury Food&Beverage-Golosario: futuro incerto per la ristorazione

2020-04-27T17:02:56+01:0027 Aprile 2020 - 17:02|Categorie: Luxury|Tag: , , |

Milano/Meda (Mb) – Il Golosario di Paolo Massobrio e la rivista Luxury Food&Beverage del gruppo Tespi di Angelo Frigerio hanno promosso un sondaggio fra i ristoranti italiani, dalle trattorie ai ristoranti gourmet, sull’attuale situazione, da cui emerge un quadro di tante ombre e poche luci. La data annunciata di riaprire i locali il 1° giungo è stata accolta come una doccia fredda, soprattutto in assenza delle risposte urgenti che attendono gli operatori della ristorazione. “Mortificati e disorientati – commentano Massobrio e Frigerio – quasi increduli che i sacrifici di una vita possano essere vanificati anche a causa di una strategia inesistente, che non dà segnali di supporto concerto a queste attività, lasciate per ultime, sotto tutti i punti di vista”.

I risultati del sondaggio

Hanno risposto ad ora 272 ristoranti, di categorie diverse ma da ogni regione d’Italia, mostrando una certa coralità di idee. Alla prima domanda ‘Qual è la priorità da chiedere al governo’ (i ristoratori hanno potuto esprimere una sola priorità), la più condivisa, con 34,5% è stata l’accesso al credito a fondo perduto, seguita dallo stop ai pagamenti F24 fino ad ottobre (25,7%) e l’estensione del periodo di cassa integrazione (23,9%). Più staccata, come emergenza primaria, la moratoria sugli affitti (15%) e marginale la gratuità del plateatico (<1%). Il delivery può essere una risposta all’emergenza, ma non tutti i ristoratori ne sono convinti. Anzi. Il 46,9% ha infatti dichiarato che non ha intenzione di avviare o mantenere iniziative di delivery alla riapertura. Più fiducia nel take away: il 65,5% degli intervistati ha intenzione di attivarlo. La situazione costringe necessariamente a un ripensamento della propria attività. Anche in termini occupazionali: il 55,8% delle persone prospetta un ridimensionamento del personale. E cambierà anche il menù. La metà, infatti, ridurrà i piatti in carta. Mentre il 36% ha intenzione di diminuire i prezzi, e il 31% di cambiare la filosofia del menù.

Torna in cima