Roma – Giovedì 9 febbraio, è stata presentata la Mappa dei Rischi 2023, la bussola per le imprese italiane esportatrici, realizzata annualmente da Sace, società specializzata nel settore assicurativo-finanziario e nell’export internazionale. L’incertezza politico-economica pesa, e non poco, sulle attività economiche globali. Nonostante questo, dopo tre anni e diversi eventi avversi, i rischi di credito rimangono stabili. In aumento però sono quelli diplomatici, per via soprattutto della nuova esplosione di tensioni geopolitiche. Tutte questioni che l’export made in Italy deve tenere in considerazione.
“Non sarà un anno facile, ma l’export italiano continuerà a crescere”, spiega Alessandra Ricci, Ad di Sace. Di fatto, nei primi 11 mesi del 2022, l’esportazione nazionale ha segnato un +20%. Una crescita contenuta del 5% consentirebbe quindi di superare i 650 miliardi di export, mantenendo ben saldo il posto nella top ten dei Paesi esportatori a livello globale.
Nella Mappa, Sace ha individuato quelli che potrebbero essere i fronti esteri più promettenti per un’ulteriore espansione. India, Vietnam, Emirati Arabi, Brasile e Messico sono tra questi. Qualche criticità in più per l’Africa Subsahariana, per via delle problematiche climatiche e della violenza dei governi. Per Medioriente e Nord Africa, serve invece un approccio più selettivo. In sostanza, l’export italiano deve adottare una visione panoramica a 360 gradi sui mercati mondiali, ma tutelandosi a livello politico e finanziario, valutando ogni genere di rischio.