Venezia – L’associazione delle Famiglie dell’Amarone d’Arte dovrà rimuovere dalla denominazione sociale qualsiasi riferimento totale o parziale all’Amarone della Valpolicella Docg, inclusa la parola stessa Amarone. A sancirlo è la sentenza n° 2283/2017 del 24 ottobre 2017 del Tribunale di Venezia, primo grado di giudizio nella disputa che vede opposti, dal 2015, il Consorzio Vini Valpolicella e la partnership nata nel 2009 tra le aziende Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato. “Dopo oltre due anni siamo soddisfatti dell’esito positivo di questa sentenza”, evidenzia in un comunicato il Consiglio di amministrazione del Consorzio. “È un risultato importante anche perché la sentenza è destinata a fare giurisprudenza all’interno del settore vitivinicolo”. Nella delibera del Tribunale di Venezia è stabilita la nullità del marchio delle Famiglie dell’Amarone d’Arte e ne è vietato l’uso, inibendo la società consortile “di svolgere attività promozionale avente ad oggetto Amarone della Valpolicella, riferendosi ad un ‘Amarone d’Arte’ e/o ad un disciplinare diverso dal disciplinare di produzione”.
Famiglie dell’Amarone d’Arte: il Tribunale di Venezia delibera la nullità del marchio
RepartoGrafico2017-11-06T12:18:12+01:006 Novembre 2017 - 12:12|Categorie: Vini|Tag: Allegrini, Amarone della Valpolicella Docg, Begali, Brigaldara, Consorzio Vini Valpolicella, Famiglie dell'Amarone d'arte, Guerrieri Rizzardi, masi, musella, Speri, tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Tribunale di Venezia, Venturini, Zenato|
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