Fancy Food Show 2025: l’Italia ci crede

2025-07-04T12:29:47+02:004 Luglio 2025 - 13:00|Categorie: Aperture del venerdì, Fiere, in evidenza|Tag: , |

Nonostante il clima di incertezza, la manifestazione americana (New York, 29 giugno- 1° luglio) si conferma strategica per il food & beverage tricolore. I protagonisti, le novità, la presenza di buyer e distributori. In una fiera dove si fa davvero business. Il nostro pagellone.

LA FIERA

Sotto il profilo del business, il Fancy Food non si smentisce. Fiera snella, di tre giornate -rispettivamente da 6, 6 e 4 (!) ore. Registrazione all’ingresso velocissima. Badge identificativi per tutti: espositori, retailer, distributori, foodservice, broker, investitori, stampa. Impossibile perdere tempo, si aprono i cancelli e si lavora, fino a metà pomeriggio. Un sogno.

VOTO: 8

IL SISTEMA ITALIA

È decisamente la fiera del food dove il sistema Italia si presenta meglio al mondo. Un’area molto grande, dal design chiaro e riconoscibile, ben segnalata, in posizione strategica vicino a uno degli ingressi principali. Nessuna azienda fuori dal coro. Complimenti a Universal Marketing, che in collaborazione con il ministero degli Esteri e con ITA ogni anno allestisce un padiglione di alto profilo e con grande intelligenza.

VOTO: 9

LA CERIMONIA DI APERTURA

Altro plauso a Universal Marketing. Quest’anno l’Italia era Paese partner della fiera e la società di Donato Cinelli è riuscita a coinvolgere la Lega Calcio, che ha calato ‘pezzi da novanta’. Al desk della reception, campeggiavano le coppe dello Scudetto 2024/25 (per la gioia dei napoletani presenti) e della Coppa Italia 2024/25 (in prima fila i tifosi del Bologna, molto noti nel settore). Guest star Roberto Baggio, amato da italiani di ogni fede e americani. Alla cerimonia di apertura, insieme a Billy Lynch (presidente SFA), al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida e al presidente di ITA Matteo Zoppas, la presenza del ‘Divin Codino’ ha generato un pubblico d’eccezione. E le aziende italiane hanno saputo cogliere l’assist.

VOTO: 8

In foto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Matteo Zoppas (Ita) e Nicola Fiasconaro

 

IL CLIMA DI MERCATO

Benché con 320 aziende presenti quella italiana fosse la collettiva più numerosa, il clima non era dei migliori: i dazi al 10%, l’incertezza futura e soprattutto il cambio euro/dollaro (1,17, +13,6% da inizio anno) sta costringendo gli operatori a ritoccare i listini per non perdere competitività in un mercato che sta accusando l’inflazione. Eppure i rapporti consolidati e l’apertura mentale tipica del pragmatismo americano consentono di affrontare una situazione complessa con costruttività e ottimismo. Un bell’esempio.

VOTO: 7

LA PRESENZA DI DISTRIBUTORI E RETAILER

Poche novità, a dir la verità. Ma i principali player americani erano presenti. Molti importatori (Atalanta, Ace Endico, European Importers di Sysco, Seacrest Foods, solo per citarne alcuni) ospitano i fornitori al loro stand. Tra i corridoi sono stati avvistati anche i buyer dei principali retailer (vedi Walmart, Costco, Albertsons, e sicuramente ce ne è sfuggito qualcuno). Ecco, forse per chi cerca un contatto diretto con la distribuzione la fiera IDBBA, in scena ad Atlanta a inizio giugno, è il posto più indicato. Ma questa è una nota che vale solo per i grandi produttori.

VOTO: distributori (9) retailer (7.5)

In foto da sinistra: Andrea Berti e Thomas Gellert di Atalanta Corporation

GRADITI OMAGGI

Gradita sorpresa al termine della prima giornata di fiera, che cadeva di domenica. L’organizzazione del Fancy Food ha messo a disposizione dei partecipanti uno spazio con food track che regalavano hot-dog, dolcetti, bevande e gelati (non proprio buoni come quelli italiani, ma a caval donato…). Un’ottima idea per onorare il fine settimana.

VOTO: 9

 

LE NOVITÀ DI PRODOTTO ITALIANE

Il mercato americano è sempre avido di novità, e quest’anno l’Italia si è presentata forte delle nuove abilitazioni per due prodotti tipici, che sono state accolte con grande curiosità: via libera quindi alle esportazioni della finocchiona toscana Igp e della nduja calabrese, che ora dovranno conquistare le loro posizioni a scaffale accanto alle produzioni omonime che vengono realizzate sul territorio americano. Ma il clima della business community Usa è sempre molto positivo: “C’è spazio per tutti!”.

VOTO: 8

SALA STAMPA

Aperta dalle 9 del mattino, è una delle migliori sia per dotazioni di posti lavoro sia per il servizio colazione. Visto che i giornalisti non possono entrare in fiera fino alle 10, in quell’ora è possibile lavorare comodamente, magari sorseggiando caffè americano, succhi di frutta e mangiando gli ottimi muffin.

VOTO: 8

L’ARIA CONDIZIONATA

Difficile trovare una pecca a una fiera così ben organizzata e in un contesto davvero business oriented. Siccome non è da noi compilare un pagellone senza qualche critica, mi sforzo e segnalo che se l’aria condizionata è doverosa visto il caldo torrido all’esterno, tenerla così alta e così puntata sui corridoi forse non è il massimo per la salute. Un’equilibrata via di mezzo sarebbe apprezzata.

VOTO: 5.5

 

 

 

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