Accordo Usa-Ue per i dazi al 15% (2). Frescobaldi (Uiv): “Danni di 317 milioni per il vino italiano”

2025-07-28T12:51:13+02:0028 Luglio 2025 - 09:32|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , |

Roma – “Con i dazi al 15% il bicchiere rimarrà mezzo vuoto per almeno l’80% del vino italiano”, dichiara Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini (Uiv) a proposito dell’accordo Usa-Ue sui dazi. “Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner commerciali d’oltreoceano il mancato guadagno salirà fino a quasi 1,7 miliardi di dollari. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione. Facciamo sin d’ora appello al governo italiano e all’Ue per considerare adeguate misure per salvaguardare un settore che grazie al buyer statunitense era cresciuto molto”.

“Secondo le nostre analisi, a inizio anno la bottiglia italiana che usciva dalla cantina a 5 euro veniva venduta in corsia a 11,5 dollari; ora, tra dazio e svalutazione della moneta statunitense, il prezzo della stessa bottiglia sarebbe vicino ai 15 dollari. Con la conseguenza che, se prima il prezzo finale rispetto al valore all’origine aumentava del 123%, da oggi lieviterà al 186%”. Per l’Osservatorio Uiv, il conto si fa molto più salato alla ristorazione: la stessa bottiglia da 5 euro rischierà di costare al tavolo circa 60 dollari.

“Non ci si può ritenere soddisfatti per questo accordo – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti -: un dazio al 15% è certamente inferiore all’ipotesi del 30%, ma è altrettanto vero che questa tariffa è enormemente superiore a quella, quasi nulla, del pre-dazio. Rispetto ai competitor europei, l’Italia rischia inoltre di subire un impatto maggiore, da una parte per la maggiore esposizione netta sul mercato statunitense, pari al 24% del valore totale dell’export contro il 20% della Francia e l’11% della Spagna; dall’altra per la tipologia dei prodotti del Belpaese che concentrano la propria forza sul rapporto qualità prezzo, con l’80% del prodotto che si concentra nelle fasce ‘popular’ – quindi a un prezzo franco cantina di 4,2 euro al litro – e con solo il 2% delle bottiglie tricolori collocato in fascia superpremium”.

Secondo l’Osservatorio Uiv, il rischio è di trovarsi, a fine 2026, vicino ai valori espressi nel 2019. Per Uiv, ben il 76% (l’equivalente di 366 milioni di pezzi) delle 482 milioni di bottiglie tricolori spedite lo scorso anno verso gli Stati Uniti si trova in ‘zona rossa’, con una esposizione sul totale delle spedizioni superiore al 20%. Aree enologiche con picchi assoluti per il Moscato d’Asti (60%), il Pinot grigio (48%), il Chianti Classico (46%), i rossi toscani Dop al 35%, quelli piemontesi al 31% così come il Brunello di Montalcino, per chiudere con il Prosecco al 27% e il Lambrusco. In totale sono 364 milioni di bottiglie, per un valore di oltre 1.3 miliardi di euro, ovvero il 70% dell’export italiano verso gli Stati Uniti.

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