Venezia – Le precipitazioni incessanti che quest’anno sono cadute in Veneto, insieme all’attacco di malattie fungine e insetti alieni tra cui la cimice, hanno danneggiato le coltivazioni di noci e nocciole. A riferirlo, Confagricoltura Veneto. Che specifica come, per le nocciole, la produzione sia calata fino al 60% rispetto al 2023 (annata già scarsa).
“Le noci si sono macchiate al contatto con il terreno, perdendo valore dal punto di vista qualitativo. Inoltre, salvo poche eccezioni, la situazione negli ultimi anni è peggiorata per il frutto, in quanto hanno tolto principi attivi fitosanitari fondamentali per la difesa del prodotto”, spiega Federico Bertetti (nella foto), presidente del settore frutta a guscio di Confagricoltura Veneto. “Si tratta di un corto circuito paradossale, se pensiamo che abbiamo finanziato le aziende con il Psr (Piano di sviluppo rurale, ndr), acquistando macchinari e impianti per la produzione e la lavorazione ed ora ci tolgono i mezzi necessari a ottenere una remunerazione”.
Per quanto riguarda le nocciole, a incidere pesantemente sono stati la cimice e la mancanza di fitosanitari, necessari, come per la noce, per la difesa del frutto. “Intanto i competitor avanzano: in Turchia continua a crescere la produzione, anche grazie a prodotti che da noi sono proibiti. Il Cile è tra i maggiori produttori mondiali della frutta a guscio, e l’accordo appena siglato dell’Ue con il Mercosur ne faciliterà il volo”.
In Veneto sono circa un migliaio gli ettari coltivati a nocciolo. Per quanto riguarda le noci, l’estensione è di circa 4mila ettari, ma quella dei noceti specializzati è di 1.500 ettari.