Roma – Nel corso dell’assemblea nazionale di Coldiretti, che si è svolta a Palazzo Rospigliosi, col titolo ‘Questa non è l’Europa che vogliamo’, è stata presentata un’indagine curata dall’associazione insieme a Censis, secondo cui il 70% degli italiani giudicherebbe le scelte politiche dell’Unione Europea, guidata dalla Commissione Von der Leyen, distanti dai propri interessi reali, ed espressione di un modello istituzionale vissuto come uno svuotamento della democrazia. I contenuti dell’assemblea preludono alla manifestazione in programma il prossimo 18 dicembre a Bruxelles. Coldiretti ha voluto portare all’attenzione dell’assemblea il caso recente del glifosato: la rivista scientifica internazionale Regulatory Toxicology and Pharmacology avrebbe ritrattato dopo 25 anni lo studio che sosteneva la sicurezza dell’erbicida, cancellandolo di fatto dal corpus della letteratura scientifica. La decisione sarebbe motivata da “serie criticità etiche legate all’indipendenza degli autori e all’integrità accademica dei dati sulla cancerogenicità presentati”. L’accusa è che lo studio sia stato scritto dalla stessa Monsanto, con la complicità di tre ricercatori che avrebbero agito come prestanome, omettendo i rischi legati all’uso della sostanza. Dal 2000 ad oggi le autorità di regolamentazione di molti Paesi hanno utilizzato proprio quello studio come tassello chiave a sostegno della presunta sicurezza degli erbicidi a base di glifosato, nonostante i possibili effetti nocivi sulla salute dei lavoratori agricoli. La valutazione attuale della Commissione UE è che “non vi è alcuna giustificazione scientifica o giuridica per un divieto”.
È stato inoltre ricordato che il bilancio 2025 della UE sottrae 90 miliardi agli agricoltori per destinarli al riarmo. Una scelta che incontrerebbe la netta contrarietà degli italiani: secondo il Censis il 76% ritiene che l’UE non debba tagliare fondi ad agricoltura e welfare per finanziare spese militari.
Così ha commentato il segretario generale dell’associazione, Vincenzo Gesmundo: “Non è solo colpa di Bruxelles, nessuno lo pensa, ma siamo di fronte a un’Europa in coma, diventata vaso di coccio sullo scenario internazionale, che ha bisogno di essere rianimata, nel suo progetto di sviluppo economico e nella sua ambizione — speriamo sempre viva — a una pace duratura. Non abbiamo la pretesa di fornire soluzioni, ma di rappresentare bisogni diffusi e lavorare affinché siano recepiti. Tra questi non c’è il bisogno di meno Europa, ma di un’Europa diversa”.
Sottolinea a sua volta Ettore Prandini, presidente di Coldiretti: “L’attuale Commissione è talmente slegata dalla realtà da non aver compreso che il cibo è un elemento strategico, che vale molto più delle armi, poiché assicura la sovranità alimentare all’intero continente, mentre la Von der Leyen vuole rendere l’Europa sempre più dipendente dalle importazioni da Paesi che non rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori europei. È il segno di una totale incapacità dell’esecutivo UE di pensare da grande potenza, mentre realtà come gli Usae la Cina aumentano gli investimenti nella produzione agricola”.