Roma – “La partita sui dazi non è chiusa, restano da definire ancora troppi dettagli. E guardo, in particolare, al settore agroalimentare e al vino“, è quanto afferma ad Alimentando Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato. “Per quello che vediamo finora, però, è evidente che c’è poco da festeggiare. Lo dico perché il 15% colpirà le esportazioni di molte imprese e perché l’atteggiamento tenuto dalla Commissione europea non lascia ben sperare per quanto ancora è da decidere. Von der Leyen si è presentata da Trump in maniera troppo timida, non ha fatto valere l’importanza che l’Europa e il suo mercato hanno per gli Usa, per non parlare degli impegni già presi nel settore della difesa”, spiega ancora l’esponente della Lega.
“Quello statunitense è un mercato importantissimo sia per quanto riguarda il vino, sia per le eccellenze agroalimentari. Non possiamo pensare di sostituirlo da un giorno all’altro, anche se certamente dobbiamo lavorare per aprire altri sbocchi, soprattutto tra i mercati emergenti. Italia, Francia, Spagna e gli altri Paesi produttori agricoli devono fare massa critica e far valere la propria voce, prima nei confronti della Commissione Ue e poi, attraverso questa, con gli interlocutori americani. Contemporaneamente, pensiamo già a quali compensazioni si potranno introdurre per aiutare le imprese che saranno più colpite dai dazi. La Lega ha proposto la sospensione del Patto di stabilità, ma anche un euro meno forte rispetto al dollaro sarebbe d’aiuto per sostenere gli scambi. E aggiungo che aver depotenziato la Pac, riducendo i finanziamenti per gli agricoltori e inserendoli in un unico calderone con altri fondi, appare oggi più che mai una decisione sciagurata, sulla quale chiederemo con forza di tornare indietro” , conclude Centinaio.