Vevey (Svizzera) – Nestlé ha lanciato a dicembre sul mercato americano un nuovo prodotto dedicato a chi segue trattamenti dimagranti a base di farmaci agonisti del ricettore GLP-1. Si chiama Boost Pre-Meal Hunger Support ed è una bevanda brevettata che, se consumata tra 30 e 10 minuti prima dei pasti, riduce l’appetito stimolando la naturale produzione dell’ormone GLP-1 da parte dell’intestino. Il prodotto, in vendita a 10,99 dollari per una confezione da quattro bevande su Amazon e in alcuni punti vendita CVS (la maggiore catena di farmacie degli Usa), contiene 10 grammi di proteine del siero di latte, 45 calorie, 1 grammo di zucchero e zero grassi.
Negli Stati Uniti, suo primo mercato, la multinazionale svizzera ha già lanciato a settembre un nuovo brand di prodotti surgelati dedicati alle persone che utilizzano i farmaci GLP-1: ‘Vital Pursuit’. La gamma, che era stata annunciata la scorso primavera (leggi qui), si compone di 14 piatti pronti surgelati monoporzione per ora in vendita nei supermercati di Walmart, Target e Kroger del Paese. A caratterizzarli: porzioni ridotte e con un elevato contenuto di proteine (almeno 20 grammi), fibre e altri nutrienti essenziali come vitamine, ferro, calcio e potassio. Tra le referenze disponibili: Fajita di pollo, pizza al formaggio, maccheroni con broccoli e cheddar. Ma anche opzioni gluten free o vegetariane. Il prezzo di vendita suggerito, come si legge sul sito di Nestlé, è di 4 dollari e 99. La stessa multinazionale avrebbe già fatto sapere che dopo il presidio del reparto surgelati, il brand si sta preparando ad allargare la gamma ad altri comparti del food & beverage.
I principi attivi del tirzepatide e della semaglutide, alla base dei farmaci cosiddetti ‘agonisti del ricettore GLP-1’ (come Wegovy e Ozempic di Novo Nordisk; Zepbound e Mounjaro di Eli Lilly) imitano il comportamento degli ormoni naturali GLP-1 che regolano la fame e l’appetito, rallentando il transito intestinale del cibo e prolungando il senso di sazietà. Non solo, l’assunzione di questi farmaci altera la percezione stessa del cibo, rendendo sgraditi sapori troppo dolci o salati.
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