Bruxelles (Belgio) – Pubblicato il 4 febbraio il nuovo documento di lavoro del Beating Cancer Plan (Beca), Piano europeo di azione anti-cancro avviato nel 2021 (leggi qui). Allora, a fare scalpore era stata la minaccia di apporre alle bottiglie etichette salutistiche simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette, oltre alla mancata distinzione tra ‘uso’ e ‘abuso’ in riferimento agli effetti sulla salute del consumo di alcolici. Un rischio che era stato scongiurato grazie anche agli emendamenti presentati da Paolo De Castro ed Herbert Dorfmann (leggi qui), che erano riusciti nell’intento di far passare una linea più moderata..
Oggi, il piano torna a far preoccupare i produttori di bevande alcoliche, vino incluso. La revisione al documento presentata la scorsa settimana presenterebbe infatti alcuni aspetti anche peggiorativi rispetto alla posizione assunta tre anni fa. Il rischio è infatti una revisione del sistema di tassazione degli alcolici in Europa e una limitazione delle vendite transfrontaliere. Si torna a parlare anche dell’introduzione di avvertenze sanitarie in etichetta e di una regolamentazione più stringente sulla pubblicità degli alcolici.
“Cambia la squadra, ma purtroppo il leit motiv della Commissione Europea rimane lo stesso”, afferma il segretario generale Unione italiana vini, Paolo Castelletti. “Speravamo che la nuova Commissione incentrasse il suo lavoro su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese, non a inasprire la tassazione e a creare nuove distorsioni nel mercato unico. La sensazione è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia quella sinistra: è il caso degli health warning, riproposto nel documento quando lo stesso Commissario alla Salute Varhelyi, in audizione in Parlamento Europeo, aveva detto che non era una priorità per la nuova Commissione. Ci appelliamo agli Stati membri e in particolare agli Europarlamentari italiani per bloccare in sede di Consiglio e del Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder. Sarebbe un esordio shock della nuova legislatura per un settore che vale per il Vecchio Continente oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro”.