Legnaro (Pd) – Ha fatto discutere l’assenza del comparto zootecnico al Tavolo Nazionale di Partenariato, organizzato settimana scorsa dalla Rete rurale nazionale (Rrn) e dal Mipaaf per esaminare il piano strategico nazionale in vista della nuova Pac 2023-2027. “Poteva essere un’ottima occasione per ascoltare anche la nostra voce, le nostre istanze, le nostre idee per una zootecnia sempre più sostenibile. Peccato che nel novero delle numerose personalità e rappresentanti dei vari settori agricoli quello zootecnico non fosse presente”, spiega Fabiano Barbisan, presidente della Aop Italia Zootecnica, l’Associazione di organizzazioni produttori a cui afferiscono 14 associazioni regionali che rappresentano il 60% circa della produzione di carne bovina. “Quasi come se non esistesse o fosse un comparto talmente marginale da non considerarlo strategico e fondamentale”. Come sottolinea Barbisan, non è mancata però la voce di chi “vorrebbe distruggere la zootecnia o trasformarla”. Il riferimento va ad alcuni interventi, come quello della rappresentante di Compassion in world farming Italia che, come riferisce Barbisan, ha sottolineato l’insostenibilità dell’attuale produzione agrozootecnica e ha suggerito l’incentivazione di pascoli e allevamenti estensivi. “Siamo stanchi di essere tacciati per i grandi inquinatori del pianeta o per coloro che maltrattano gli animali, perché non è vero”. Confortante, tuttavia, l’intervento conclusivo del ministro del Mipaaf, Stefano Patuanelli, che ha ribadito la necessità di fare di più di quanto sia stato fatto fino a oggi senza demonizzare o mettere in croce il comparto.
Italia Zootecnia: “Il nostro settore non considerato dal Tavolo Nazionale di Partenariato sulla nuova Pac”
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