La guerra è nel carrello

2022-04-11T12:07:05+02:008 Aprile 2022 - 14:35|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , |

Un’indagine di Alimentando.info svolta su un campione di oltre 1.000 consumatori analizza il cambiamento nelle abitudini di acquisto per i generi alimentari. Con un focus sul post pandemia, i rincari e il conflitto in Ucraina.

La redazione di Alimentando.info, tra il 28 marzo e il 7 aprile, ha realizzato un’inchiesta tra i consumatori della Penisola. L’obiettivo era valutare se, e come, sono cambiate le abitudini di spesa nel più recente periodo. Precisamente dall’inizio del 2022, il primo anno di luce (forse) dopo la pandemia, ma anche di ombre in seguito allo scoppio del conflitto russo-ucraino. Un evento che sta creando non poche difficoltà a livello di reperimento di materie prime e rifornimento di generi alimentari. Le risposte ottenute da 1.000 e più consumatori, residenti in tutte le regioni italiane, dai 18 agli oltre 70 anni, ci hanno fornito un quadro interessante. Una fotografia delle abitudini, ma anche delle preoccupazioni dei connazionali.

Tre intervistati su quattro sono affezionati al loro negozio e alla loro insegna di fiducia. E fanno la spesa solo lì. Il 25%, invece, frequenta diversi punti vendita, di catene diverse. Alla domanda “Dove fai solitamente la spesa?” il 63,7% degli intervistati ha indicato l’opzione “Supermercato”. Scelta seguita da “Discount”, frequentato da quasi il 40% degli intervistati. Importante sottolineare che il 55,8% degli interpellati ha cambiato abitudini di acquisto dall’inizio del 2022. Il 44,8% sostiene infatti di fare più attenzione a sconti, promozioni e offerte. Un dato che rivela anche: il cambio di insegna, di canale e una maggior preferenza verso i prodotti a marchio, tendenzialmente più convenienti.

Una grossa fetta degli intervistati (87%) sottolinea di aver notato un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, anche nei discount. Le categorie che la fanno da padrone sono: frutta e verdura (52,7%), pasta (41,8%), pane (37,6%), seguiti da carne (33,6%) e farine (28,6%). Il 33,8% invece ha notato semplicemente un aumento generalizzato dello scontrino. Pasta e farine sono anche le referenze che, a dire dei consumatori intervistati, più mancano a scaffale. Oltre la metà del nostro panel ha no-tato, infatti, una carenza di prodotti tra le corsie dei punti vendita. Interessante sottolineare che le mancanze più evidenti sono quelle derivate dal frumento, materia prima di cui Russia e Ucraina sono tra i principali esportatori.

Alla domanda “Pensi che il conflitto Russia-Ucraina abbia cambiato in qualche modo le tue abitudini di spesa?”, solo un consumatore su quattro ha risposto affermativamente. Di questa fetta, il 18,5% spiega di fare ancora più attenzione a sconti, promozioni e offerte; il 13,2% invece ha iniziato a fare scorta di prodotti. Alla luce della costante attenzione mediatica sugli aumenti di materie prime e utilities, abbiamo voluto verificare se, e come, hanno modificato le abitudini di spesa. Ebbene, il 57,3% ha risposto di sì. La visione del futuro non è rosea per gli intervistati. L’86% delle persone è preoccupato per l’aumento dei costi delle materie prime, quasi il 60% dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, e oltre il 30% teme che il budget destinato alla spesa alimentare si ridurrà. Una fetta, nemmeno troppo piccola (18,5%), pensa che ci sarà una mancanza di prodotti a scaffale. Risposta che si collega indubbia-mente a quel 13% che ha iniziato a fare scorta di prodotti alimentari, preoccupato per lo scoppio della guerra.

 

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