La scomparsa di Paolo Travaglini. Il ricordo di Angelo Frigerio

2022-02-01T15:32:18+02:001 Febbraio 2022 - 08:34|Categorie: in evidenza, Salumi, Tecnologie|Tag: , |

Milano – Si è spento, nella tarda serata di domenica 30 gennaio, Paolo Travaglini. Il titolare, insieme al fratello, della Travaglini  Spa, aveva 71 anni. Sono in molti, nel mondo della salumeria italiana e internazionale, a ricordarlo. Dal 1950 infatti la Travaglini è un’azienda leader nella costruzione di impianti di salagione, riposo, asciugamento, pre-stagionatura e stagionatura di prosciutti, con impianti realizzati in tutto il mondo. Lascia la moglie, Giuliana, e i due figli, Federica e Andrea. Il funerale sarà celebrato giovedì 3 febbraio alle ore 11 nella chiesa di Sant’Agostino, in via Melchiorre Gioia 50 (Milano). Alla famiglia, il cordoglio delle redazioni di Edizioni Turbo by Tespi Mediagroup.

Il ricordo

Ho conosciuto personalmente Paolo Travaglini in un momento felice: il matrimonio di sua figlia Federica con Matteo Manenti, che lavora da tempo nel nostro gruppo editoriale. Era tranquillo e rilassato, seppur fiaccato dalla lunga malattia. Ho avuto il piacere e la fortuna di parlare con lui del mercato della salumeria italiana, della sua evoluzione, delle sue problematiche. Gli piacevano le nostre riviste: “Il suo libro (Editoriali, ndr) l’ho letto tutto d’un fiato”, mi confidò. Si percepiva nelle sue parole la tempra di un imprenditore che, nel corso degli anni, era diventato un punto di riferimento assoluto per tutto il settore. Un aneddoto, che mi aveva raccontato, spiega l’intelligenza, la professionalità e l’acume di Paolo Travaglini: “Un giorno ero in azienda. Squilla il telefono. Dall’altra parte l’assistente dell’amministratore delegato di una grande azienda italiana della salumeria. Mi voleva vedere subito, gli avevamo venduto da poco un grande impianto negli Stati Uniti. Arrivato in fabbrica, l’Ad dell’azienda mi affrontò subito con fare deciso. Diceva che gli avevamo venduto un impianto in cui c’erano ben quattro bulloni usati. Tutto bene, tutto bello, ma quei quattro bulloni usati no… Rimasi al momento interdetto. Era la prima volta che ci capitava. Non persi molto tempo. Gli risposi che sarei andato personalmente negli Usa a cambiare i quattro bulloni con il primo aereo disponibile. Rimase un attimo interdetto, non se l’aspettava. Poi dissi che era il minimo che potessi fare”. Anch’io rimasi stupito dal racconto. E glielo dissi. Non capita tutti i giorni un gesto così con un cliente. “Tranquillo Frigerio”, rispose Paolo con un mezzo sorriso. “Dovevo già andare in America…” Adesso Paolo è di sicuro in Paradiso, insieme ad altri protagonisti che hanno fatto la storia della salumeria italiana. Continuerà a parlare di mercato e di macchine, perché ce l’aveva nel sangue. E chissà, magari San Pietro ha anche qualche bullone da avvitare…

Angelo Frigerio

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