• Peste suina

L’intervista del Fatto Alimentare al commissario per la Psa Vincenzo Caputo: “Formalità e insipienza”

2024-06-05T15:09:37+02:005 Giugno 2024 - 12:29|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , |

Milano – “Dal punto di vista giornalistico l’intervista è un ‘disastro’” con risposte che “si distinguono per formalità e insipienza”. Così Roberto La Pira, direttore della testata online ‘Il Fatto Alimentare’, commenta l’intervista con il commissario straordinario per la Peste suina Vincenzo Caputo.

La Pira, al momento di porre le domande, non ha badato troppo al galateo: già con la prima si entra nel vivo della questione, citando l’indagine Ue che promuove i veterinari ma boccia l’operato di Regioni e Governo (leggi qui). La risposta del commissario sarà altrettanto incalzante? Niente affatto: si menzionano soltanto alcune recenti riunioni con i vertici politici e i tecnici, senza ulteriori dettagli. Seguono qualche parola sui consorzi, una giustificazione sulle difficoltà di implementare barriere nell’area ligure-piemontese, e poi, al quarto quesito, già il primo silenzio: “È vero che il primo commissario non aveva soldi e i ministeri non hanno capito bene la gravità del problema e hanno perso un anno a dibattere?”, chiede l’intervistatore. Temo che non potremo mai sapere cosa pensasse veramente o quale faccia avesse fatto Caputo davanti a una domanda del genere.

Il commissario non spende troppe parole nemmeno per spiegare cosa si stia facendo “concretamente” per arginare la Psa, limitandosi a menzionare i provvedimenti già noti. Poi, di nuovo, nessuna risposta per spiegare quante risorse siano state investite fino ad ora, quali siano i risultati ottenuti, o quali siano le stime reali dei cinghiali presenti sul territorio. Silenzio anche sulla decisione dell’Italia di adottare regole diverse rispetto a quelle in vigore negli altri Paesi Ue, sull’incapacità di affrontare una malattia già nota e sulla situazione dell’export dei salumi.

Il giudizio di La Pira è impietoso: “Le nostre domande sono risultate troppo impegnative per il commissario straordinario, che non ha risposto al 40% dei quesiti, nel restante 20% dei casi ha formulato inutili frasi di circostanza e negli altri casi ha fatto considerazioni di poco rilievo”. Riportiamo, per dovere di cronaca, anche un paio di commenti pubblicati di seguito all’articolo: “Ma chi è questo Caputo? Che competenze ha? Un suo CV sarebbe utile”; e “Avete detto bene: intervista inutile. Ma utile a farci capire che la barca è in alto mare, nella tempesta più nera, e senza guida al timone…

Clicca qui per leggere l’intervista completa.

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