Logistica: Brt e Geodis indagati per frode. Sequestri per 102 mln di euro

2022-12-15T11:13:04+02:0015 Dicembre 2022 - 11:13|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , , , |

Milano – La procura di Milano ha aperto un’inchiesta sugli operatori logistici Brt (ex Bartolini) e Geodis – di proprietà di due diversi gruppi francesi a controllo statale – con l’accusa di frode fiscale e compensazione di crediti inesistenti. L’inchiesta riguarderebbe i cosiddetti ‘serbatoi di manodopera’, ossia il presunto ricorso a cooperative fittizie per ingaggiare lavoratori a basso costo.

La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 102 milioni di euro. Di cui 44 milioni sequestrati a Brt, 37 a Geodis e 21 milioni a un’azienda intermediaria di proprietà di dell’imprenditore Antonio Suma, indagato per aver fatto da intermediario tra le società e le finte cooperative. In dettaglio, spiega Il Corriere, Suma sarebbe stato “amministratore di fatto di una ventina di coop arrivate a fornire all’uno [Brt] il 60% e all’altro [Geodis] il 40% degli impiegati nei servizi di facchinaggio”.

Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, spiega la nota della Gdf, i finanzieri “hanno disvelato una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte delle multinazionali, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore”. In particolare, è stato rilevato “che i rapporti di lavoro con le società committenti sono stati in taluni casi schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società serbatoio)”, “mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che, facendo capo a un’unica regia, si sono avvicendate nel tempo, trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei  casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.

Brt e Geodis non sono i soli operatori logistici ad avere problemi con la giustizia. Nelle scorse settimane, riporta il Corriere, “anche i concorrenti Dhl (che ha poi assunto 1500 lavoratori e pagato al Fisco 37 milioni) e Gls (che oltre a 38 milioni versati all’Agenzia delle entrate ha avviato un percorso di rientro nella legalità), erano stati ‘pizzicati’”.

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