Macchine utensili, robot e automazione: “2022 sarà anno record. Ma viviamo una situazione paradossale”

2022-07-06T17:04:39+02:006 Luglio 2022 - 17:04|Categorie: Tecnologie|Tag: , , , , |

Sesto San Giovanni (Mi) – Produzione a +22,2% (per un valore di 6.330 milioni di euro), consumo a 40,7% (5.009 milioni), consegne a +35% in Italia (3.135 mln) e a +11,7% all’estero (3.195 mln). Sono i numeri dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione. Come annuncia la sua associazione di categoria, Ucimu-Sistemi per produrre, in seguito all’Assemblea dei soci che si è tenuta ieri. Il 2021 si chiude quindi in positivo per il settore, che realizza un fatturato pari a 9.174 milioni di euro. Buone anche le prospettive per l’anno in corso, come emerge dalle previsioni elaborate dal Centro Studi dei Ucimu. Nel 2022 la produzione segnerà il record di 7.150 milioni di euro (+13%), il consumo crescerà a 5.670 milioni di euro (+13,2%), trainando le consegne sul mercato domestico che otterranno un nuovo primato a 3.520 mln (+12,3%). Anche le importazioni toccheranno il valore di 2.150 milioni di euro (+14,7%) mentre l’export crescerà a 3.630 milioni (+13,6%), tornando ai livelli del 2018. “Oggi viviamo una situazione paradossale: i costruttori italiani sono ricchi di ordini come mai prima d’ora ma riescono a produrre solo una parte delle commesse raccolte tra la fine del 2021 e questo primo semestre 2022”, ha commentato il presidente di Ucimu, Barbara Colombo, confermata in carica anche per il biennio 2022-2023. “E se la scarsità e il rincaro delle materie prime rappresentano una problematica che sta gradualmente rientrando, nei mesi a venire continueremo, invece, ad avere difficoltà nel reperire componenti elettroniche”. Tra gli altri temi cruciali per il comparto, e per cui l’associazione chiede il sostegno delle istituzioni: l’incremento vertiginoso del costo dell’energia, la trasformazione ‘green’ in atto nel mondo automotive (macro-settore importantissimo per i costruttori di macchine utensili), e la costruzione di un’offerta formativa adeguata alle esigenze dell’industria, con l’eliminazione del cuneo fiscale per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

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