L’acquisizione del retailer da parte del gruppo NewPrinces continua a far discutere. L’Ad ha rilasciato commenti e precisazioni sui quali conviene nuovamente approfondire. Ma che ruolo darà ai suoi brand e a GS? E al franchising? Sono cinque, a nostro parere, i problemi da risolvere.
di Luigi Rubinelli
Alimentando ha ricostruito con diversi articoli (vedi sotto) in modo dettagliato e allargato l’evoluzione dell’acquisizione di Carrefour da parte del gruppo NewPrinces di Angelo Mastrolia. Abbiamo anche sottolineato la presenza di cinque problemi da risolvere (leggi qui). Nel frattempo il Gruppo e Angelo Mastrolia hanno rilasciato commenti e precisazioni sui quali conviene nuovamente approfondire.
Il rapporto fra i brand del gruppo e i clienti della Gdo
Da una parte quindi c’è Carrefour-GS e dall’altra ci sono i suoi clienti: Conad, Selex, Coop, Esselunga e tutti gli altri della Gdo. Come sarà possibile gestire il rapporto con le altre insegne appena elencate e i brand e i prodotti industriali di NewPrinces? Il rapporto sarà molto articolato perché la gestione dei brand sarà diversa fra Conad ed Esselunga e i molti retailer clienti. Non abbiamo a disposizione i dati di bilancio di ciascuna azienda controllata da NewPrinces. Sono tutte profittevoli nel nuovo scenario realizzato da Carrefour/ GS-Mastrolia? Il presidente, dopo un’attenta verifica sulle potenzialità di mercato, procederà alla dismissione di qualche azienda, qualche impianto produttivo, qualche brand, per fare cassa e avere a disposizione più investimenti per rilanciare GS? È una domanda signor Mastrolia. È solo una domanda.
Il rilancio del brand GS e gli investimenti connessi
Il rilancio di GS, una insegna che avrà necessità di parecchi investimenti in comunicazione. I 437,5 milioni di euro annunciati da Mastrolia per rimodernare la rete e rilanciare il brand GS saranno sufficienti? Con quali modalità, visto che per molti target giovani il brand GS è assolutamente sconosciuto? Che ne sarà degli ipermercati? Rinuncerà al non food e ridurrà drasticamente la loro superficie di vendita? Un inciso sul non food: Lidl ha lanciato in Germania Lidl Home&Living, un negozio basato sui suoi prodotti a marchio, Mdd (vedi qui). Per anni è stato detto che il tallone d’achille degli ipermercati era il non food: bisognerà farci un pensiero dopo questa apertura di Lidl su come si tratta il non food. Creerà un nuovo, più nuovi concept per soluzioni miste tipo Tosano? I pdv diretti non profittevoli saranno ceduti ad altri retailer della Gdo che hanno partecipato ai primi colloqui della cessione di Carrefour, Esselunga, Conad, Lidl e Selex, come ha ammesso lo stesso Mastrolia?
Il modello da seguire? La Svizzera non è l’Italia
Angelo Mastrolia ha indicato più volte che i modelli di sviluppo a cui guarda sono Migros e Coop Schweiz. Mastrolia deve scusare l’insolenza: ma il mercato svizzero è molto diverso da quello di altri Paesi. In Svizzera, Migros e Coop detengono una posizione dominante nel settore della grande distribuzione, con quote di mercato significative. Coop detiene una quota di mercato del 42,5% e Migros del 32,5%. Se si considera il solo settore alimentare, le quote sono ancora più elevate, con Coop che raggiunge il 34% e Migros il 38%. Insieme, considerando anche Denner (soft discount), controllata da Migros, si arriva a circa il 48% del mercato alimentare, evidenziando il forte impatto di queste due aziende nel panorama distributivo svizzero. È chiaro che in un simile mercato fare l’integrazione produzione-distribuzioneconsumo è molto più facile, ma la Svizzera non è l’Italia. Non è vero?
La nuova GS sceglierà di entrare in una centrale italiana o internazionale?
Carrefour è un retailer internazionale. Ha da poco fondato con Cooperative U, Concordis, una nuova centrale europea che sarà attiva dal 1° gennaio del prossimo anno. Carrefour Italia ne avrebbe potuto sicuramente cogliere i benefici. Ma per la nuova GS non ci saranno questi aiuti e questi nuovi valori. GS dovrà cercarsi una centrale italiana, possibilmente con una estensione europea. Non sarà proprio facile trovarla e conviverci, visto che NewPrinces ha nel suo portafoglio una quantità di brand concorrenti ai nuovi possibili soci assai rilevante.
Che ruolo dare al franchising e ai master franchisor?
Governare una rete di pdv diretti e multicanale (quindi con ipermercati che non vanno tanto bene) come quelli di Carrefour non è una cosa semplice. Negli ultimi anni, il retailer ha cercato di cambiare pelle e rimediare alle perdite sviluppando il franchising. I contratti con il principale master franchisor, Etruria Retail, scadranno nel 2026. Anche con altri master il rapporto è da rinnovare. Va ricordato che nella gestione Rabatel, Carrefour ha visto l’uscita di un master franchisor di peso, Apulia Retail. Non si sono mai capiti bene i motivi, ma evidentemente ci sarebbero state frizioni economiche, commerciali e anche, probabilmente, personali. Da qui la difficoltà di gestire le reti di franchising. Un discorso a parte merita Etruria Retail. Questo master ha beneficiato, e non poco, del sistema e del brand Carrefour, un brand ben conosciuto anche dai turisti stranieri che frequentano i suoi punti di vendita. Il cambio di insegna Carrefour vs GS è, probabilmente, poco vantaggioso sul piano dell’immagine per un simile master franchisor, anche se la nuova identità, GS, sarà italiana, al suo pari e potrebbe quindi valorizzare e approfondire l’‘Italian way of life’ e dei singoli imprenditori negli assortimenti locali. Etruria ha un fatturato 2024 di 470 milioni di euro, 50 dei quali circa sono dovuti alle attività Horeca, ha una rete di 313 pdv, dei quali circa cento sono diretti, di proprietà della cooperativa Etruria Retail. Mediamente ogni pdv fattura 1,5 milioni di euro. Grosso modo possiamo dire che le vendite a mq siano di 6mila euro. Cosa prometterà Mastrolia a Etruria Retail in termini di scontistica sui suoi brand, sui grandi brand nazionali e internazionali? Saranno sufficienti a rassicurare un master che ha buone performance e che è corteggiato da diversi gruppi? Carrefour aveva una quota di mercato nel libero servizio del 10,73%. È ampliabile? Ma lasciatecelo dire: il turnover degli affiliati è notevole e passare da un master franchisor a un altro, da una centrale all’altra è abbastanza facile, come i dati di NielsenIQ dimostrano.
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