Roma – Ai comuni il controllo dei mercati agricoli cittadini, allo scopo di valorizzare il lavoro dei coltivatori di alimenti a Km 0 e bio. A stabilirlo sono disposizioni ad hoc contenute nell’articolo 22 della legge 154/2016, pubblicata in Gazzetta Ufficiale mercoledì 10 agosto scorso. Un atto che conferisce al governo la delega per la revisione della normativa nel settore agroalimentare e che ha portato a una vera e propria liberalizzazione dei cosiddetti “farmer’s market”. La disposizione entrerà in vigore a far data dal prossimo 25 agosto e delega alle autorità comunali la definizione di modalità per: “Lo sviluppo dei prodotti provenienti da filiera corta, dell’agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale”. Una normativa che tuttavia fa sorgere diversi interrogativi, in primis legati all’assenza di qualsivoglia criterio o indicazione di merito entro cui i comuni hanno facoltà di muoversi. Ad esempio, quali definire: “Prodotti provenienti da filiera corta, dell’agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale”? E chi vigilerà sul fatto che i soggetti coinvolti dalle associazioni di categoria, quasi sempre le promotrici di questo genere d’iniziative commerciali, rispettino effettivamente il principio del cosiddetto Km 0? Ultimo, ma non meno importante: che ne penseranno i player della distribuzione all’ingrosso e i principali protagonisti della Gdo di una disposizione che rischia di promuovere una concorrenza senza regole fisse o condivise?
Mercati agricoli: libertà assoluta ai comuni per lo sviluppo di prodotti a Km 0 e bio
RepartoGrafico2016-08-17T15:23:02+02:0017 Agosto 2016 - 15:22|Categorie: Mercato|Tag: bio, concorrenza, gdo, Km 0, legge, legge 154/2016, Valorizzazione|
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