Mercato alimentare: che rottura… di stock

2022-03-25T13:13:49+02:0025 Marzo 2022 - 13:12|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , , |

La situazione del comparto non accenna a migliorare, con i fornitori e la distribuzione entrambi in difficoltà e spesso su fronti opposti. Una lettera del Gruppo Arena invita a una maggiore collaborazione.

“La presente al fine di chiedervi massima collaborazione nel comunicare previamente eventuali stralci di prodotti o riduzioni arbitrarie delle quantità”. A scrivere è la direzione commerciale del Gruppo Arena, catena associata al Gruppo VéGé ben radicata al Centro Sud. I destinatari della lettera inviata ieri sono i fornitori di ogni ordine e grado. E il motivo è presto detto: la paura di avere scaffali vuoti. Una conferma che la situazione è davvero critica, al di là delle rassicurazioni di facciata. Conoscere eventuali problemi “agevolerebbe una nostra risposta, rimettendo immediatamente un ordine sulla base delle informazioni da voi fornite”, prosegue la missiva. “Così da evitare l’effetto sorpresa di prodotti totalmente o in parte non consegnati al momento della loro stessa ricezione”.

Dunque non è solo l’industria a essere tra l’incudine dei costi e il martello della distribuzione, come abbiamo scritto commentando la nostra indagine con 150 aziende del food&beverage (clicca qui). Anche la Gdo ha le sue belle gatte da pelare, e corre ai ripari scrivendo alle aziende.

Per saperne di più sulla lettera di cui siamo entrati in possesso, abbiamo chiesto lumi a Pino Caruso, direttore acquisti food Fratelli Arena. “Succede spesso di emettere l’ordine e poi scoprire solo all’arrivo, magari dopo 15 giorni, che mancano alcune referenze. Per evitare rotture di stock e soprattutto per l’interesse nostro e dei fornitori, abbiamo chiesto alle aziende di comunicarci eventuali problemi alla partenza dell’ordine. Mi sembra un servizio anche nel loro interesse. E devo dire che è una pratica trasversale a tutti i settori e a tutte le aziende: dalle multinazionali alle piccole realtà familiari. Anzi, in questo frangente si stanno comportando meglio i medio-piccoli dei big. Come sempre, ci sono realtà più organizzate ed efficienti di altre, ma sono mosche bianche”. Possibile che la riduzione delle forniture sia legata a trattative di natura commerciale, magari a ridosso dell’adeguamento di listino? Dal suo punto di vista, Caruso è netto: “Non c’entra il braccio di ferro sui listini, a mio avviso. È proprio un problema di disponibilità di merce e di correttezza nei rapporti commerciali. Ritengo che avvertire in caso di problemi sia un servizio e un’opportunità per entrambi: alla fine distribuzione e industria lavorano sulla stessa filiera. Piuttosto che lasciare l’iniziativa al singolo buyer, abbiamo preferito diffondere una comunicazione urgente ufficiale. È un grido di aiuto che giova a entrambi. In sintesi, non abbiamo chiesto la luna. L’obiettivo, come scriviamo, è garantire continuità di presenza a scaffale”.

È pur vero che altre insegne, secondo fonti solitamente ben informate, si stanno muovendo con intenti meno nobili e starebbero cercando di incamerare più merce possibile. Sapendo che prima o poi dovranno concedere gli aumenti, preferiscono mettere fieno in cascina e avere magazzini pieni a prezzi più convenienti. La proposta alle aziende viene posta spesso in termini ricattatori. Della serie: “Se non mi garantisci tu la fornitura, sappi che non ci metto molto a sostituirti”. Un giochetto assai sgradito alle aziende, specialmente in un momento critico come quello che sta attraversando l’agroalimentare italiano.

E la situazione non accenna a migliorare. L’ultima tegola, in ordine di tempo, riguarda l’impossibilità di garantire la regolarità delle consegne da parte di Nippon Gases, principale produttore di anidride carbonica e miscele di gas in Italia, con prodotti che trovano applicazione in numerosi settori. Dall’olio al beverage, passando per il dolciario fino alle vaschette in Atm e ai macelli (i gas sono utilizzati per lo stordimento degli animali).

Con l’inflazione che galoppa, i prossimi mesi si preannunciano complessi per tutta la filiera. Ecco perché la lettera del Gruppo Arena è un segnale interessante. È un invito alla collaborazione che mette in chiaro le cose: nessuno si salva da solo.

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