NIQ/3: gli italiani sono un po’ come il colibrì del libro di Sandro Veronesi, grande movimento ma tutti fermi

2023-05-19T16:08:23+02:0019 Maggio 2023 - 15:43|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Di Luigi Rubinelli

Dice Giuseppe De Rita, presidente del Censis, che gli italiani hanno bisogno di shock e di sfide per vincere, anche se poi tutto rimane fermo. Sembra un po’ la parodia del libro di Sandro Veronesi, Il Colibrì. Le sfide ci piacciono e a quelle ci adattiamo, ma non sappiamo guardare al futuro perchè crediamo di vivere nel passato e non sappiamo prevedere il futuro, ci manca il gusto per il futuro. Anzi viviamo nella latenza, come dei pre-adolescenti. Ma non si può stare troppo tempo sospesi nel nulla. Ultimamente abbiamo anche cambiato i nostri consumi, che sono diventati più raffinati, quasi a voler indicare una fuga laterale dal presente.

Il periodo inflattivo che stiamo vivendo, dice ancora De Rita, è un periodo di passaggio, di non conosciuto. Il risparmio negli ultimi dieci anni è sempre cresciuto, è stato un driver di vita. Il risparmio ha cambiato nell’intimo gli italiani per gli atteggiamenti che hanno assunto più che i comportamenti. E’ stato di fatto un primato. Adesso cede sotto i colpi dell’inflazione, ma non si trasforma nel consumo indifferenziato, ma molte volte in quello sofisticato: auto, vacanze, ristoranti, fashion. Però prima o poi una spinta al futuro dovrà pur arrivare, altrimenti ci dedichiamo solo a sobbollire i fagioli, sottolinea De Rita. Per agevolarlo, questo benedetto futuro, dobbiamo distruggere la cultura dell’altro ieri e, almeno, dobbiamo concentrarci sul presente.

Guardiamo nel lungo periodo piuttosto che nel breve

Spiega invece il sociologo Francesco Morace di FutureConceptLab che bisogna riemergere dalla crisi e rigenerare la società, inutile fare previsioni su due anni, guardiamo a cosa potrà succedere fra dieci o vent’anni, dove il futuro è più chiaro che mai. Pensiamo alla sostenibilità umana e ambientale, che per le future generazioni sarà consuetudine. La pandemia ci ha fatto apprezzare la bellezza delle cose quotidiane ma anche le relazioni, con più estetica ma anche etica. E per uscire dallo stato di latenza indicato da De Rita, Morace replica i valori di base che devono guidarci nella traversata che stiamo facendo: Valori, Fiducia, Futuro. e per riuscirsi ci vogliono alleanze intergenerazionali e una buona dose di ascolto delle nuove generazioni, che vanno capite nel profondo.

Il problema è la riduzione della CO2

Carlo Carraro, rettore emerito di Ca’ Foscari, spiega invece che dobbiamo affrontare nel breve periodo la volatilità, ma  nel lungo periodo dovremo confrontarci con il-i rischi derivati dalla crisi ambientale, perchè negli ultimi 100 anni la temperatura è cresciuta di 1,2° e non abbiamo mai vissuto in queste condizioni. Figuriamoci se poi pensiamo al 2034, fra dieci anni quindi, quando la temperatura si innalzerà di 1,5°, questo era un traguardo che ci eravamo posti per il 2040 e per fine secolo, se continueremo a produrre CO2 in queste quantità la temperatura si innalzerà di 3°: i mari si innalzeranno di più di 1/2 metro, con perdite di biodiversità irreversibili.

Carraro mostra una quantità di dati impressionanti di varie fonti che hanno fatto impallidire l’uditorio del NielsenIQ (NIQ). Gli unici periodi in cui la CO2 è diminuita sono stati:

. con il crollo del muro di Berlino nel 1989,

. nel 2008 con la crisi provocata dai sub prime della Lehman Brothers

. e in questi ultimi anni con la pandemia.

Per forza, si erano fermate molte attività. Quindi senza cambiamenti radicali andiamo verso il +3° nel fine secolo. Cosa succederà? Il disastro.

Ci sono alcune occasioni che però necessitano, dice Carraro, di forti investimenti come nel caso delle tecniche di adattamento. Ma gli alti costi non sono più una scusa per non cambiare, neppure per adottare migliori pratiche produttive e di vita, migliori infrastrutture e soprattutto una cooperazione di investimenti a livello internazionale.

L’uditorio applaude.

Un ragionamento di fine seconda giornata

Da tutte le ricerche viste, in primis di NielsenIQ (NIQ), dalle relazioni ascoltate fino ad oggi, il consumatore-cittadino appare più veloce di tutti (politici, Idm e Gdo) nell’imboccare una strategia di breve periodo:

. compra di meno,

. confronta e frequenta più canali di vendita,

. sceglie nella scala prezzi (anche se è continuamente de-posizionata),

. acquista più Mdd, marche del distributore,

. quando può cerca di mantenere inalterato il valore prezzo-qualità,

. premia le aziende, Idm e Gdo, che praticano davvero la sostenibilità umana e ambientale.

Bisogna vedere se questi comportamenti terranno nel lungo periodo o se la crisi generata dall’inflazione e dall’aumento dei costi, faranno optare il consumatore per scelte ribassiste. Per il momento la gran parte dei consumatori non si dimostrano dei colibrì.

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