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Nuovo disciplinare per la piadina romagnola Igp: “riflette la sua capacità di guardare al territorio”

Rimini – Venerdì 3 febbraio, a Rimini, si è tenuta una conferenza che ha confermato la modifica del disciplinare di produzione della piadina romagnola Igp. Se prima quest’ultima poteva essere realizzata solo con quattro semplici ingredienti (farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva), ora per realizzare il cibo tipico della Romagna si possono utilizzare anche alcune varianti. Come farine di farro, latte vaccino (in quantità pari o inferiore a 300 ml), miele di fiori (massimo 20 g) e olio di semi di girasole (purché usato in quantità inferiore all’olio d’oliva).

“Numerosi produttori integrano gli ingredienti di base per realizzare prodotti più personalizzati, e ogni famiglia ritoccava in modo più o meno evidente la ricetta di base”, dichiara il nuovo Disciplinare. “Questa modifica potrà permettere a più produttori, in gran parte – ma non solo – piccolissime imprese, di partecipare alla produzione Igp Piadina Romagnola, utilizzando le ricette da essi adottate da molto tempo a questa parte e uniformandole al disciplinare e al sistema di controllo della Igp”.

Dalla nascita del Consorzio nel 2014, il volume produttivo della piadina romagnola è triplicato. Arrivando a 21,8 milioni di kg prodotti e con un incremento annuale medio del 22%. L’anno scorso, la produzione della piada certificata è stata di 23.756 tonnellate per un valore di circa 34 milioni di euro. Con un incremento nella produzione Igp del 251% in nove anni. L’intervento al disciplinare, quindi, come dichiara Alfio Biagini, presidente Consorzio di promozione e tutela della piadina romagnola “deve essere visto come un ulteriore arricchimento per la Piadina Romagnola: riflette la sua capacità nel sapere guardare al territorio, la sua apertura come nello stile di noi Romagnoli, da sempre terra di convivialità e incontri”.

 

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