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Ok all’obbligo di origine del grano in etichetta: il Tar del Lazio respinge il ricorso dei pastifici

2023-01-27T12:55:07+02:0027 Gennaio 2023 - 12:44|Categorie: Grocery, in evidenza|Tag: , |

Roma – Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso avanzato da alcuni pastifici e molini italiani che tentavano di opporsi all’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine e quello di molitura del grano. Tale misura era stata introdotta nel 2017 con un decreto dell’allora Mipaaf (oggi Masaf) e del ministero dello Sviluppo economico (oggi Mimit), ed è stata rinnovata nelle scorse settimane anche dal nuovo Esecutivo.

La decisione del Tar, fortemente caldeggiata da Coldiretti, deriva dal fatto, spiega l’Ansa, che “l’obiettivo primario del decreto sia quello di rendere al consumatore informazioni chiare e trasparenti sull’origine dei prodotti alimentari, al fine di valorizzare la sua libera e consapevole scelta”. Vengono così respinti i due ricorsi proposti da note aziende, tra cui Barilla, De Cecco, Pastificio Garofalo e altri.

Fino al 31 dicembre 2023 verrà dunque prorogato l’obbligo di indicare sulle confezioni di pasta secca prodotte nello Stivale il nome del Paese in cui è stato coltivato il grano, così come il Paese di molitura. Nel caso in cui provenisse o fosse molito in più paesi, si potranno utilizzare le seguenti diciture: ‘Paesi Ue’, ‘Paesi non Ue’, ‘Paesi Ue e non Ue’. Se invece il grano duro è coltivato almeno per il 50% in Italia, si potrà usare la dicitura ‘Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue’.

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