Bruxelles (Belgio) – Il 2023 delinea un quadro negativo per il comparto olivicolo mondiale ed europeo. Lo evidenziano i dati presentati a Bruxelles dal Civil Dialogue Group, il gruppo di esperti della direzione Agricoltura della Commissione Europea, ripresi da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia. Secondo le rilevazioni, la produzione mondiale della campagna 2022/23 si è conclusa con 2,5 milioni di tonnellate di olio di oliva, in calo del 26% sulla campagna precedente. A livello europeo, invece, la produzione è scesa del 39% in termini quantitativi confermando la tendenza negativa degli ultimi cinque anni.
La Spagna – che da sola rappresenta quasi la metà dei volumi del mondo – ha visto diminuire del 56% la propria produzione, che si è fermata a 664mila tonnellate di olio d’oliva. L’Italia, con 241mila tonnellate, registra un calo del 27% rispetto alla campagna precedente. Cresce la Turchia (+17%), mentre la Tunisia assiste a una forte contrazione dei volumi (-25%), che ha visto ridurre anche il suo export. Lo stock di fine campagna, infine, è di 280mila tonnellate, di molto inferiore rispetto alle 670mila tonnellate della campagna 2021/22.
La scarsa disponibilità di olio d’oliva ha poi provocato la crescita delle quotazioni in tutta Europa, con un conseguente calo nei consumi. “I dati del Civil Dialogue Group certificano il grido d’allarme che abbiamo lanciato più volte durante questa complicata campagna olearia”, spiega Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol. “Sarebbe un grave errore ritenere che la prossima campagna aggiusterà tutto. Al contrario, i ridotti stock di olio d’oliva in Europa ci fanno temere per la disponibilità dell’extravergine nei prossimi mesi e, in generale, per la prossima campagna”.