Peste suina: i timori degli allevatori italiani

2020-11-13T11:09:24+02:0013 Novembre 2020 - 11:09|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , , |

Roma – “Stiamo rischiando la tempesta perfetta”, afferma Omar Gobbi, allevatore bresciano titolare di un allevamento di suini all’ingrasso destinati alla produzione di Prosciutto crudo di Parma Dop. “I prezzi delle materie prime hanno registrato in queste ultime settimane una vera e propria impennata, la Cina ha ripreso a produrre suini a ritmi sostenuti, le quotazioni dei nostri maiali per tutto l’anno hanno viaggiato sulle montagne russe, abbiamo dovuto fronteggiare le conseguenze della pandemia, particolarmente pesanti soprattutto nella primavera scorsa e ora, minacciosa, la peste suina africana che nelle ultime settimane ha fatto la sua comparsa anche in Germania. C’è di che essere preoccupati. E parecchio”. Gli fa eco Enrico Arioli, titolare di un allevamento di suini a circuito chiuso con 500 scrofe: “Come allevatore e veterinario sono molto preoccupato. Purtroppo la presenza sempre più numerosa di cinghiali, vettori e riserva del virus della peste suina africana, è una minaccia difficile da contrastare soprattutto in mancanza di un censimento ufficiale che ne certifichi le consistenze, a valle del quale sarebbe possibile predisporre dei piani di abbattimento e/o contenimento”. Anche Thomas Ronconi, presidente di Anas, non nasconde i suoi timori: “Viviamo un periodo molto difficile. Le restrizioni causate dall’emergenza sanitaria nel settore della ristorazione non ci aiutano e anche l’export delle nostre eccellenze Dop sta in parte soffrendo. Ma è sull’export dobbiamo continuare a guardare soprattutto in una prospettiva futura, quando usciremo dall’emergenza”.

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