Napoli – Continua lo scontro sulla paternità del pomodoro lungo. Da un lato la Campania, che ha richiesto e ottenuto la certificazione di Indicazione geografica protetta per il pelato prodotto all’interno dei confini regionali. Dall’altro, la Puglia, che contesta la scelta del dicastero delle Politiche agricole e forestali di conferire tale denominazione. “Bisogna uscire dalla grande ambiguità di commercializzare un prodotto che può fregiarsi di un marchio comunitario così fortemente distintivo, senza che ci sia alcun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la indicazione si ispira”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, in una nota ufficiale. “Il 40% del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata (Fg), che da sola produce il 90% del pomodoro lungo”. Ora che il disciplinare di produzione di indicazione geografica protetta per il pomodoro campano è stato definito, la Puglia ha 60 giorni di tempo per opporsi. E come riferisce Donato Pentassuglia, assessore pugliese alle Politiche agricole, il ricorso non tarderà ad arrivare: “Ho già avuto contatti con il Mipaaf, stiamo istruendo il fascicolo e a breve sarà pronto. Non arretreremo nemmeno di un millimetro”.
Pomodoro pelato di Napoli, via libera al riconoscimento Igp. La Puglia si oppone
RepartoGrafico2021-03-19T09:37:33+02:0019 Marzo 2021 - 09:37|Categorie: Grocery, in evidenza, Ortofrutta|Tag: Coldiretti Puglia, Donato Pentassuglia, Indicazione geografica protetta, Mipaaf, pomodoro pelato, savino muraglia|
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