Prezzo di pandori e panettoni, si accende il dibattito su Linkedin. Il commento di Mario Gasbarrino

2021-12-09T15:53:00+02:007 Dicembre 2021 - 10:25|Categorie: Dolci&Salati, in evidenza|Tag: , , , , , |

Milano – Si avvicina il Natale e, come di consueto, si moltiplicano offerte e promozioni sui pandori e panettoni. Un post sull’argomento di Mario Gasbarrino, Ad Decò Italia, scatena il dibattito su Linkedin. “Sono passati 35 anni”, scrive, “tante aziende di panettoni sono fallite o passate di mano, ma il prezzo del panettone è sempre uguale”. Il volantino in questione (Coop Alleanza 3.0) riguarda panettone-pandoro Bauli a 1,90 euro per la confezione 750 grammi: un’offerta valida il 6-7 e 11-12 dicembre ogni 30 euro di spesa, solo per titolari di carta. “Ci tengo a sottolineare che il mio non era un attacco a Coop. Quello in foto è solo un esempio”, commenta alla nostra redazione Gasbarrino, “ci sono tantissime iniziative simili in questo periodo”. Ma a qualcuno il post dell’Ad di Decò Italia non va giù. Risponde Paolo Bertini, sempre su Linkedin: “Un panettone artigianale costa fra i 30 e i 40 euro al chilo, per arrivare fino ai 50/60 di quelli degli chef più rinomati. Tutto il resto è una produzione altamente industrializzata, compresi gli pseudo-artigianali che vanno di moda oggi, nelle ricettazioni più improbabili, in genere infiocchettati nella carta”. E pubblica anche il volantino comparativo Decò in Sicilia. Interviene poi Massimo Pelosi, dirigente Coop, evidenziando l’importanza della giusta remunerazione e aggiungendo: “Non mi scandalizzerei perché si fanno prezzi bassi”. Ci spiega Gasbarrino: “35 anni fa ho tolto dall’assortimento una notissima azienda perché aveva abbassato il prezzo del panettone a 3.190 lire (oggi circa 1,60 euro). Il mio è un attacco al sistema Gdo e industria globalmente inteso, del quale ho fatto e continuo a far parte, è una chiamata alla correità, e quindi non me ne chiamo fuori. Ma è chiaro che ci sono piani e ruoli diversi, e quindi si può invocare il ‘cessate il fuoco’ all’Onu ma nello stesso tempo quelli che sono sul campo di battaglia non possono mica mettere fiori nei loro cannoni, devono continuare a combattere, perché la guerra è guerra. Resta il fatto che il settore delle ricorrenze sia in difficoltà e molte aziende siano passate di mano, quindi probabilmente è una strategia che non dà frutto. Anzi, tutto questo distrugge valore e il sistema ne risente. Nel post ho voluto sottolineare questi aspetti, da uomo coerente e libero quale sono sempre stato”.

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