Roma/Parigi – Secondo un nuovo rapporto pubblicato da Fao e Ocse, la produzione e l’assunzione calorica di prodotti di origine animale sono destinate ad aumentare con l’incremento della disponibilità economica nei paesi a medio reddito. Tuttavia, saranno necessari ulteriori aumenti della produzione alimentare attraverso il miglioramento della produttività agricola per ridurre la denutrizione e le emissioni agricole di gas serra a livello globale.
A scriverlo è il rapporto ‘Oecd-Fao Agricultural Outlook 2025-2034‘ che rappresenta un riferimento globale fondamentale sulle prospettive a medio termine per i mercati agricoli e ittici. La 21esima edizione dell’analisi congiunta prevede che, nel prossimo decennio, l’assunzione calorica pro capite globale di prodotti di origine animale e ittica aumenterà del 6%, trainata soprattutto da un rapido incremento nei paesi a reddito medio-basso, dove si prevede una crescita del 24%, quasi quattro volte superiore alla media globale.
Sebbene questo aumento del consumo di alimenti ricchi di nutrienti nei paesi a reddito medio-basso porterà l’assunzione media pro capite a 364 kcal giornaliere, persistono disuguaglianze significative all’interno e tra i paesi. Nei paesi a basso reddito, l’assunzione calorica media giornaliera pro capite da alimenti di origine animale è stimata a 143 kcal, ben al di sotto della soglia di 300 kcal utilizzata dalla Fao per analizzare il costo e l’accessibilità di una dieta sana.
Entro il 2034, il 40% di tutti i cereali sarà consumato direttamente dall’uomo, mentre il 33% sarà destinato all’alimentazione animale. La produzione di biocarburanti e altri usi industriali dovrebbe rappresentare la parte restante.
L’Africa subsahariana rappresenta un esempio delle grandi opportunità offerte da un insieme solido di iniziative per migliorare la produttività: il patrimonio bovino della regione è tre volte più numeroso rispetto al Nord America e si prevede che crescerà del 15%, mentre la produzione per capo è solo circa un decimo di quella nordamericana.
India e i paesi del Sud-est asiatico dovrebbero rappresentare il 39% della crescita dei consumi globali entro il 2034, rispetto al 32% del decennio precedente, mentre la quota della Cina è prevista al 13%, in calo rispetto al 32% dello scorso decennio.